[articolo uscito su askanews.it]
Sul piano culturale persistono pregiudizi e stereotipi
«L’Italia, con la Legge Basaglia e i successivi interventi legislativi, si è dotata del quadro normativo più avanzato per la tutela dei diritti delle persone con disturbi mentali, come riconosciuto dall’OMS». A dirlo è il presidente della Camera, Roberto Fico, durante il suo intervento all’incontro Verso la conferenza nazionale per la salute mentale che si è svolto all’Istituto italiano per gli studi filosofici, a Napoli. Per la terza carica dello Stato, però «la legge Basaglia, come le leggi successive intervenute secondo lo stesso spirito in materia, non hanno ancora ricevuto una piena ed effettiva attuazione. Per un verso, sul piano culturale persistono pregiudizi e stereotipi: in parti non trascurabili della popolazione chi ha disturbi mentali è ancora considerato pericoloso e da isolare, se non addirittura da internare. Si arriva a chiedere persino la riapertura dei manicomi. Questo approccio è fonte di una inaccettabile emarginazione». Per Fico La legge 180 del 1978 «stabilendo la chiusura dei manicomi, ha segnato l’inizio di un percorso virtuoso, incentrato su un principio cardine: restituire dignità e diritti a persone prima escluse e segregate, che sono tornate ad essere cittadini a pieno titolo, almeno sul piano formale». «In questo modo si è inteso superare la convinzione radicata per cui persone affette da disabilità mentale fossero incurabili e che andassero quindi rinchiuse, nascoste, dimenticate in quei luoghi spaventosi – continua Fico – e privilegiare pertanto servizi e presìdi sociosanitari extraospedalieri di cura, prevenzione e riabilitazione diffusi nel territorio».
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