La Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del SSN ha organizzato giovedì 9 giugno 2011, presso il Senato, il seminario: “Se questo è un ospedale. Le criticità degli OPG a tre anni dall’entrata in vigore del DPCM 1° aprile 2008: problematiche attuative della riforma della sanità penitenziaria; prospettive di modificazione legislativa della psichiatria giudiziaria“.

Di seguito l’intervento portato da Giovanna Del Giudice, portavoce del Forum

Se questo è un ospedale – Giornata di lavoro sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari 

Roma 9 giugno 2011 

Premesso

  • che l’Opg è istituto inaccettabile per il mandato e la  incongrua legislazione che lo sostiene, per le modalità di funzionamento e la gestione
  • che l’Opg, in contrasto con l’attuale normativa relativa alla cura delle persone con disturbo mentale, conferma uno “statuto speciale” per il malato di mente e  il permanere di un  “doppio binario” per le persone con disturbo mentale che hanno commesso reato (mentre è consapevolezza diffusa  tra gli operatori della psichiatria e del diritto che la incapacità totale di intendere e di volere, alla base dell’istituto, è evento assolutamente eccezionale e che di norma il disturbo mentale, anche grave e gravissimo, non è in grado di spegnere completamente la capacità della persona della coscienza del reato)
  • che a 3 anni dall’emanazione del DPCM del 1 aprile 2008 non sono stati raggiunti gli obiettivi  prefissati nei due anni della fase 1 e fase 2, in particolare in riferimento alle dimissione degli “internati che hanno concluso la misura di sicurezza”, al ritorno  nelle carceri dei “ricoverati in Opg  per disturbi psichici sopravvenuti durante l’esecuzione della pena”, alla non ammissione di “osservandi” per l’accertamento di malattia mentale, non raggiungendosi così l’obiettivo prefissato di “sfoltimento del carico di internamento degli attuali OPG”. In questi anni invece il numero degli internati ha raggiunto i 1500, superando il numero pressoché stabile di 1200 degli ultimi 20 anni
  • che il DPCM  non è stato recepito ancora dalla Regione Sicilia
  • che l’Opg deve essere abolito, non “sanitarizzato” e trasformato quindi in un ospedale psichiatrico civile, dacchè il luogo della cura per le persone con disturbo mentale è il territorio. 

Il Forum Salute Mentale, insieme alle associazioni che partecipano alla campagna stopopg,  chiede:

  • l’attuazione, immediata e certa nei tempi, delle azioni della fase 1 e 2 del DPCM. Quindi il ritorno in carcere dei detenuti inviati in Opg per malattia mentale sopravvenuta, l’uscita degli “osservandi” e delle persone in misura di sicurezza provvisoria, insieme al  definitivo blocco di questi canali di sostentamento dell’Opg
  • il recepimento del DPCM da parte della Regione Sicilia
  • la presa in carico da parte delle Regioni e dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) di competenza  dei 399 internati che hanno finito la misura di sicurezza, quindi “dimissibili”,  attraverso progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati che tengano conto della storia, dei contesti, delle risorse in campo, a partire dalle risorse della persona stessa
  • la presa in carico da parte delle Regioni di tutti i loro cittadini internati negli Opg  con l’attribuzione ai Dipartimenti di Salute Mentale delle necessarie risorse
  • l’introduzione da parte delle Aziende Sanitarie Locali,  tra gli obbiettivi   del sistema premiante delle attività dei Dipartimenti di Salute Mentale, il reinserimento delle persone dimesse  dagli Opg nei luoghi di residenza
  • l’inserimento delle stesse  nelle strutture residenziali e semi residenziali dei DSM, senza la predisposizione di strutture residenziali specifiche
  • la definizione da parte della Conferenza Stato-Regioni del tempo entro cui le Regioni devono attuare le dimissioni degli internati dagli Opg e di sanzioni per le Regioni e i DSM inadempienti
  • l’applicazione diffusa delle sentenze della Corte Costituzionali N. 253 del 2003 e N. 367 del 2004, onde garantire misure alternative alla detenzione nell’Opg
  • un lavoro puntuale da parte dei DSM con i giudici in caso di reati commessi da persone con disturbo mentale, per la valutazione di misure alternative
  • l’istituzione, per il tempo del “superamento” dell’Opg, di magistrati di sorveglianza dedicati esclusivamente agli Opg, onde garantire il massimo impegno nei confronti degli internati e della vita nell’istituto
  • la fine da parte dei magistrati di sorveglianza della pratica di prorogare la misura di sicurezza in relazione alla indisponibilità del DSM di farsi carico della persona in dimissione. 

Le misure sopradescritte possono e devono essere messe in atto da subito,  contrastando l’ipotesi che il superamento dell’Opg possa essere solo collegato ad un cambiamento legislativo; al contrario proprio l’attuazione di tali misure potrà dare stimolo reale a una nuova legislazione, da considerare peraltro assolutamente auspicabile, perché solo essa può porre definitivamente fine all’istituto.

Per concludere

La improrogabilità di mettere fine allo scandalo degli Opg, la preoccupazione per i suicidi e le morti di internati e per l’inaccettabile “sospensione di diritto” nell’internamento, ed ancora la complessità delle azioni in campo, la necessità di definire azioni garantite e qualificate, nonché tempi certi per il superamento reale degli Opg, rendono necessaria l’adozione di misure straordinarie.

Il Comitato stopopg propone la nomina di “commissari ad acta”, uno per ogni Opg, che

  • promuovano e garantiscano le dimissione qualificate degli internati attraverso progetti terapeutico riabilitativi individuali concordati con i Dipartimenti di Salute Mentale dei territori di competenza,
  • assicurino il miglioramento delle condizioni di vita degli internati
  • procedano in tempi certi alla chiusura degli Opg.

Giovanna Del Giudice

Portavoce nazionale Forum Salute Mentale

 

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