Giornata mondiale della salute mentale
Elena, da scritti e lettere
28 aprile 2020
Sono una donna di 55 anni con disagio psichico sin dai primi anni Novanta. Ho un disturbo schizoaffettivo, mi curo con l’aloperidolo, un’iniezione che faccio mensilmente. Mi capita che ho delle crisi, per cui voglio stare lontana da casa per qualche giorno e vengo ospitata al Centro di salute mentale che è aperto sempre. Ho bisogno di cure e di vicinanza: mi sento minacciata e ho paura. Il problema vero è che non ho un lavoro anche per questa mia dannazione. Ho una laurea in lingue e letterature straniere moderne conseguita con 110/110 e lode, tre specializzazioni per l’insegnamento del tedesco nelle scuole secondarie e sto facendo un percorso universitario nella mia città per conseguire una seconda laurea in discipline del pensiero e della società. Ho lavorato a scuola come insegnante precaria, ho avuto l’anno scorso un contratto di lavoro a tempo determinato come insegnante di tedesco a scuola, speravo di farcela, invece la visita medico-collegiale ha valutato che non sono idonea alla mansione.
Dopo un bel corso di formazione ho lavorato nel ruolo di supporto tra pari nella salute mentale, assunta a tempo determinato in una cooperativa sociale qui a Trieste, ma sono stata male e ho perso il lavoro. Non ho né un riconoscimento lavorativo né retributivo; vivo molto male la mancanza di un lavoro stabile e retribuito; per questo non riesco a liberarmi da un’immagine di me stessa come persona fallita e incapace. Ho le mie competenze e le mie capacità ma purtroppo, per poter fare qualcosa, avendo molta voglia e molto tempo, sono costretta a operare in ambito culturale, semplicemente come volontaria. Cosa posso fare? Sono di carattere buono e mite, sono una persona, nonostante le mie esperienze, gioiosa e solare che non vorrebbe il male di nessuno, nemmeno al suo peggior nemico; non so essere né prepotente, né arrogante. L’unica certezza è questa: di me nessuno si accorge…
15 giugno 2020
Sto provando a scrivere ma ho difficoltà; vedo se i prossimi giorni mi va meglio, sarò da giovedì con mio marito in Austria, abbiamo un piccolo appartamento a Bad; non so, lì forse riuscirò; sono molto molto triste, mi sento molto molto giù… Sempre per aver avuto la non idoneità ed essere stata licenziata…
4 luglio 2020
Mi fa piacere raccontarti cara Michela. L’altro ieri ho avuto una crisi: mi trovavo in strada, ero andata a prendere una confezione di pomodoro al supermercato e avevo deciso di andare in biblioteca per prendere un libro che avevo prenotato; all’improvviso ho percepito una decisa confusione totale psico-fisica, un senso di profonda angoscia, un’insicurezza rispetto ai movimenti fisici del mio corpo (era come se il mio corpo non sapesse dove andare!) e ho deciso di tornare a casa. Ero confusa talmente che cercando le chiavi di casa nella borsa avevo il terrore di non trovarle e di non poter mai più tornare a casa. Stavo sudando tanto, e sentivo la bocca asciutta, come senza saliva. Tornata a casa, ho bevuto molta acqua, ho chiamato il Centro di salute mentale e un taxi. Ho parlato a lungo con lo psichiatra che mi segue e un’infermiera che conosco da tempo e mi rassicura. Saranno state le 12.15, quando ho parlato col dottore e l’infermiera, mi hanno dato venti gocce di Haldol e mi hanno accompagnato nella sala pranzo dove ho mangiato qualcosa insieme agli altri. Il dottore mi ha detto che alle 15 avremmo parlato di nuovo. Così è stato.
12 luglio 2020
Cara M. mi è piaciuto scrivere, stavo molto bene mentre scrivevo; adesso ho qualche difficoltà; mi torna e ritorna nella mente, nei miei pensieri un senso di fallimento totale che riguarda la mia esistenza; faccio molta fatica a liberarmi dal pensiero che sono malata psichicamente; avrei bisogno di essere tanto rassicurata, rassicurata e rassicurata. Sono un peso per mio marito e per nostro figlio (loro non me lo fanno sentire). Non faccio altro che dire loro che non sto bene, che mi sento un fallimento. In realtà poi faccio attività culturale, ho organizzato un incontro il 2 luglio, con il Centro Italiano Femminile. Ho ripreso l’attività nel gruppo Articolo 32. Vorrei impegnarmi con l’iniziativa Nati per Leggere (con i bambini piccoli, leggere loro le filastrocche); mi fa molto piacere. Ma prevale sempre la percezione del mio fallimento come insegnante di scuola, non avendo avuto l’idoneità alla mansione da parte della commissione medica e quindi sono stata licenziata. Ho offerto la mia collaborazione al gruppo donne di Luna e l’altra. Il mio sentirmi un fallimento pesa però sempre come un macigno. Spero che passi…
1 agosto 2020
Voglio impegnami a scrivere ancora. So che mi fa star bene. Se potrò pubblicare un piccolo testo, mi farà piacere. So che io non sono la malattia, come mi dice il dottore, ma occorre tanta, tanta fatica affinché scompaia questa terribile percezione…
3 agosto 2020
Faccio ginnastica venti minuti ogni mattina, non uno di più. Adesso è finita la lezione, è stato bello. Sono piacevolmente stanca, di una stanchezza tale che ti fa sentire molto bene sia nel fisico che nella mente. Mi alzo dal tappetino e decido di farmi una bella doccia. La doccia ha sempre un effetto benefico sul mio corpo e sulla mia mente. Sotto la doccia, l’acqua tiepida accarezza il tuo corpo e toglie quel peso fatto di fatica, pensieri e preoccupazioni che molto spesso non riesci toglierti in nessun altro modo.
La doccia che sto facendo dopo la ginnastica è quella che ti fa capire che la vita è bella nonostante tutto. Nonostante la malattia. Esco dal piatto doccia e mi vesto.
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