Glenn-Close-malattia-mentaleNon è facile parlare di malattia mentale e disturbi psichici, ma Glenn Close, magnifica attrice americana, ha deciso di rompere questo tabù e di affrontare un tema a lei molto vicino, per la prima volta. Un tema che imbarazza, specialmente quando a soffrire di questo tipo di patologie sono membri della propria famiglia, e tu sei una persona ricca, ammirata e famosa. Ma Glenn dimostra di essere grande non solo al cinema, sentite con quanto amore e orgoglio racconta la vita con sua sorella e suo nipote, che, appunto, soffrono di disturbi mentali, al mensile Ok! Salute: “Cari lettori, vi racconto un problema che mi sta molto a cuore, da anni, perché è una tara della mia famiglia: la malattia mentale.

Mia sorella Jessie, che ha otto anni meno di me, soffre di disturbo bipolare, e a suo figlio Calen, mio nipote, all’età di 15 anni è stato diagnosticato un disturbo schizo-affettivo, una malattia a metà strada tra schizofrenia e sindrome bipolare. Calen è stato in ospedale per quasi due anni e ha avuto la fortuna di ricevere la diagnosi giusta relativamente presto. La sofferenza di mia sorella, invece, non è mai stata compresa correttamente dai medici fino ai suoi 47 anni, che rabbia. 

Io, i miei, pensavamo che fosse una ragazzina selvaggia, ma la realtà è che in famiglia eravamo sprovvisti del vocabolario per parlare di malattia mentale. Non sapevamo. O non volevamo sapere. Chissà quante altre famiglie vivono le stesse cose”. Già, chissà quante. Ma Glenn è tosta, e l’affetto per i suoi cari e la voglia di aiutarli la porta ad usare la sua influenza per creare una sua propria fondazione no profit – Bringchancge2mind (Porta il cambiamento nella mente) – per sensibilizzare sulle problematiche e i disturbi che interessano la mente.

 

“Dobbiamo parlare della malattia mentale – spiega l’attrice – che sia depressione o schizofrenia, o ancora disturbo bipolare, come se stessimo parlando del diabete o del cancro. Nello sforzo di aiutare la ricerca in questo campo, ho donato agli scienziati della compagnia “Illumina”, un campione delle mie cellule perché facessero una mappa del mio DNA.

 

Sono studi difficili, il bipolarismo è una malattia complessa, in cui ciascun gene può avere un effetto minimo, ma devastante insieme con gli altri”. La fine della storia di Glenn Close e della sua famiglia è per fortuna un happy end: “Mia sorella a mio nipote oggi riescono a condurre una vita quasi normale. Il merito va alla psicoterapia e ai farmaci, che sono molto migliorati negli ultimi anni. Loro due sono i miei eroi”. Grazie Glenn.

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