[da Ristretti orizzonti]
Il Garantista, 10 gennaio 2015
Nonostante la proroga a marzo, le nuove strutture non saranno pronte prima di due anni: la brutta storia dei “luoghi di tortura” continua. Lo hanno trovato immobile sul letto. Insospettiti dalla sua strana posizione, gli uomini della Polizia penitenziaria dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa non hanno potuto fare altro che accertare la sua morte. La vittima è il 50 enne Antonio Staiano, affetto da turbe psichiche, ed è stato trovato senza vita lo scorso 6 gennaio.
L’uomo era in carcere da dieci anni perché nella notte fra il 20 ed il 21 agosto del 2001, colto da un raptus, uccise i genitori a Vico Equense. A trovare il corpo senza vita sono stati i poliziotti penitenziari poco dopo le cinque del pomeriggio del giorno dell’Epifania. Stavano effettuando controlli di routine e hanno notato l’uomo immobile.
Si sono quindi insospettiti e hanno chiamato il medico legale, che non ha potuto far altro che constatare il decesso del cinquantenne. Apparentemente il decesso sarebbe avvenuto per una crisi cardiaca, ma è stata aperta un’inchiesta da parte dei magistrati della procura presso il tribunale di Aversa per far luce sulla sua morte.
Come già abbiamo ricordato, gli Opg sarebbero dovuti essere chiusi in Italia, ma finora non è ancora successo grazie a diverse proroghe e c’è il serio rischio che se ne prospettino altre. Secondo la relazione sul Programma di superamento degli opg trasmessa al Parlamento dai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e della Giustizia, Andrea Orlando, aggiornata al 30 settembre, sarebbe irrealistico pensare di chiudere le strutture entro il 15 marzo del 2015, come previsto dall’ultimo decreto legge.
“Nonostante il differimento al 31 marzo 2015 del termine per la chiusura degli Opg, sulla base dei dati in possesso del ministero della Salute – si legge nella relazione – appare non realistico che le Regioni riescano a realizzare e riconvertire le strutture entro la predetta data. In caso di mancato rispetto dell’anzidetta data, ovvero in caso di mancato completamento delle strutture nel termine previsto dai programmi regionali, è ferma intenzione dei ministri attivare la procedura che consente al governo di provvedere in via sostitutiva.
E quindi di nuovo auspicabile un ulteriore differimento del termine di chiusura degli Opg”. Inizialmente dovevano essere 38 i milioni predisposti dallo Stato affinché le Regioni presentassero i programmi di conversione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari in strutture sanitarie alternative. Oggi, secondo l’ultimo aggiornamento del ministero della Salute e del ministero della Giustizia, la spesa è salita a 88,5 milioni di curo. I costi, dunque, continuano incredibilmente a lievitare. Tutta colpa della lentezza della macchina burocratica regionale che è da anni che dovrebbe chiudere quelli che Amnesty International ha definito “luoghi di tortura”, senza però ancora riuscirci.
Dalla relazione trasmessa al Governo, quindi, si apprende che passerà ancora molto tempo affinché gli Opg chiudano definitivamente. Se si considera che attualmente la regione Piemonte ha già previsto che dovranno passare altri 24 mesi per la realizzazione della struttura sanitaria alternativa, si arriverà dunque a fine 2016.
Ancora peggio per la struttura sanitaria di Abruzzo e Molise: sono stati stimati 2 anni e 9 mesi. Si arriverà, in questo caso, all’estate del 2017. Nel frattempo la tortura – e troppo spesso anche la morte come nel caso del detenuto psichiatrico di Aversa -continua a persistere. Alla scadenza della proroga del 15 marzo ci sarà la resa dei conti.