“Guarire si Può” Il Mondo della Salute Mentale
Utenti, famiglie, operatori e servizi a confronto
28/29 gennaio 2014 – Foggia, Ordine dei Medici (via V. Acquaviva, 48)
Promuovere la cultura della guarigione e dell’auto-aiuto nella salute mentale
La salute mentale dopo la ‘Legge 180’ ha fatto molti passi avanti in Italia con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici e la recente chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari). Grazie all’operato di Franco Basaglia si è riusciti a riconoscere il diritto di cittadinanza del pazientepsichiatrico e ad allontanare l’idea del manicomio come strumento di cura.La guarigione non consiste nell’aggiungere un po’ di salute mentale,ma è un diritto fondamentale che deve essere tutelato dalle politiche per la salute e dai servizi di salute mentale. La guarigione è quindi una scelta sia degli operatori che dei pazienti e dei loro familiari. La cura viene organizzata nei CSM (Centri di Salute Mentale) dovesi programmano i percorsi di prevenzionee riabilitazione.In anni di pratiche siamo usciti dai canoni tradizionali che vedevano il malato psichiatrico come inguaribile o da curare mediante ricorrenti ricoveri in strutture residenziali psichiatriche,case di cura o reparti di diagnosi e cura.
Esistono ormai esperienze consolidate di nuove pratiche ‘del fare assieme’messe a punto dal modello di Trento,dei ‘budget di salute’ di Trieste edi esperienzedi ‘auto-mutuoaiuto’.Il concetto di guarigione deve assumere un significato di rilevanza centrale per qualsiasiprofessionista della salute mentale, oltre che per i pazienti e le loro famiglie.E’ tempo di applicare ilconcetto di recovery, che ha lo scopo di ripristinare una condizione di appartenenza a se stessi opponendosi drasticamente al mero farsi ‘paziente’che attende passivamente qualcunoa dispensarglisalute, un concetto purtroppo alieno in psichiatria, disciplina da sempreinfluenzata dagli influssi storici e alla quale è stato assegnato un ruolo di controllo sociale. La guarigione puòcominciare solo dove l’istituzione può concedersi di cancellarsi, annullando quelle barriere poste da certa cultura al solo scopodi difendersi da angosce primordiali ancora presenti nell’inconscio collettivo e alimentatada pregiudizi che faticano adissolversi.
E’ indispensabile fare passi avanti concreti per superare lo stigma delle famiglie e delle persone con disabilità mentale mediante la diretta partecipazione attiva sia delle famiglie che della cittadinanza.Le buone pratiche alimentano un grande cambiamento nei pazientiproducendo un clima di fiducia e di autostima fondamentale per favorire un percorso di guarigione, e allo stesso tempo è indispensabiledare un limite alla durata dei ricoveri e di permanenza nelle comunità altrimenti non è possibile parlare di comunità riabilitative o terapeutica,perché dopo anni di permanenza nella stessa struttura inesorabilmente avviene il decadimento,la perdita di diritti,l’esclusione sociale,l’abbandono dalla famiglia e dal contesto sociale. Ogni persona ha una sua storia, un suo dramma edeve essere aiutata a riprendere un percorso di guarigione come dice Peppe dell’Acqua nel suo libro ‘Guarire si può’:“la guarigione,la cura è un diritto sancito dalla Costituzione Italiana e dalla Commissione Europea per la Salute Mentale”.Tutto ciò è possibile investendo nella direzione di spostare risorse verso i CSM (Centri di Salute Mentale) che dovrebbero funzionare 24ore su 24 (o almeno 12), anziché verso la residenzialità e l’ospedalizzazione che tanto aggrava i costi della spesa sanitaria, e soprattutto verso la visione moderna dei ‘Budget di Salute’(AngeloRighetti), che consente effettuare un progetto di cura in modo olistico,creando le condizioni affinché vi siano tutti gli strumenti per avviareil reinserimento nel sociale. Vanno infine attuati investimenti nella direzione della cooperazione sociale mediante una nuova visione orientata verso unWelfare di Comunitàcon la partecipazione di tutti gli attori(famiglie, terzo settore,enti,mondo economicoe servizi).
In concomitanza con il Convegno “Guarire si può” avrà luogo, dal 25 al 30 gennaio, l’installazione “In/visibili – dall’annullamento al recupero delle identità negate”. Abbiamo creato la complementarietà fra i due eventi perché crediamo profondamente nella Cultura come veicolo di diffusione della conoscenza e perché riteniamo il miglior modo per stimolare consapevolezza e interesse verso problemi solo apparentemente distanti ma che ci toccano, invece, in prima persona.
Segreteria Organizzativa: d.ssa Francesca Notarangelo
email: mf.notarangelo@gmail.com – tel. 347 3619724