E’ recentemente giunto nelle librerie italiane e che positivamente si sta diffondendo un libro che riteniamo abbia tutte le carte in regola per parlare con delicatezza (e senza tecnicismi) di un tema molto sentito: il disagio psichico all’interno del SPDC.
Il libro s’intitola “Benvenuto in Psichiatria. Storie e incontri di straordinaria follia” (Edizioni Unicopli – Milano) ed è stato scritto da Giovanni Casula, un educatore professionale sardo, quarantacinquenne; che negli ultimi anni ha operato all’interno del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura di Cagliari in qualità di Educatore professionale (è uno tra i pochi operatori della riabilitazione che in Italia lavora all’interno di un ospedale nel settore delle emergenze urgenze psichiatriche).
Il libro, che ha una bellissima prefazione del cantautore Simone Cristicchi, è un originale intreccio di una serie di delicate narrazioni di storie, tutte reali, accadute nel reparto di Cagliari e ri-narrate dall’autore in forma quasi diaristica e autobiografica.
Giovanni Casula mette in risalto la “drammatica bellezza” di alcuni incontri con i ricoverati in “Psichiatria”, rilegge il senso dei loro pensieri…. talvolta bizzarri, altre volte straordinariamente intensi e illuminanti.
Il libro è anche l’occasione quasi catartica, per esprimere lo smarrimento personale e professionale dell’ Autore nell’incontro con tanta umanità frammentata e l’organizzazione (e le pratiche psichiatriche) di cui esso stesso fa parte e che pongono al lettore interrogativi e perplessità: la malattia mentale esiste? E se esiste, i nostri servizi, dopo trent’anni dalla legge Basaglia, sanno contrastarla? Sono così distanti follia e normalità? A qualcuno interessano le storie “minime” che deflagrano nei nostri reparti psichiatrici o forse e più semplice “proteggersi collettivamente” dalla sofferenza psichica oggettivandola, dantogli un nome (la diagnosi) e “respingerla” attraverso un terapia farmacologica risolutiva?
Il libro, prima dell’uscita in libreria, è stato formalmente censurato dall’Ufficio legale della ASL 8 di Cagliari che ne rilevava dei generici contenuti diffamatori nei confronti dell’immagine aziendale.
A tale diffida non è seguita però alcuna denuncia formale, perciò l’Autore (che non ha avuto il contratto rinnovato, dopo quasi quattro anni di servizio in Reparto) e la Casa editrice Unicopli; hanno comunque deciso di pubblicare il libro che ha già riscosso un ottimo riscontro tra i lettori e avuto diverse presentazioni e ne sono previste numerose altre nei prossimi mesi.
Il testo, inoltre, è stato rielaborato in chiave teatrale dalla Compagnia Teatrale Cada Die di Cagliari che lo presenterà tra qualche settimana in uno spettacolo che girerà diversi Festival d’Italia.
I proventi del libro verranno offerti all’A.V.O. Associazione Volontari Ospedalieri
Un educatore al suo esordio letterario. Un intreccio di storie vere e di intensi incontri all’interno di un Servizio Psichiatrico Ospedaliero, con un filo comune… prendersi cura non comincia dalla diagnosi ma dalla relazione.
L’autore è un Educatore Professionale di lungo corso. Si considera un raccoglitore di storie fortunato, perché nel suo quotidiano lavoro educativo e riabilitativo presso un Servizio Psichiatrico Ospedaliero, incontra persone che pur nel momento di maggior fragilità del loro disagio psichico ed esistenziale, gli regalano nuove biografie, punti di svolta, originali chiavi interpretative.
Lo scopo di questo libro è quello di rendere pubblici questi “incontri imprevisti” che l’autore sperimenta presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dove lavora. Ancora oggi in Italia, nonostante la Legge 180 , la cosiddetta Legge Basaglia abbia abolito i manicomi e le sue pratiche, permangono in certi servizi e politiche sanitarie, modelli di intervento che confinano le storie a diagnosi, etichetta, nosografia. A tale approccio si somma una percezione sociale ancora distorta della malattia mentale vista talvolta come imponderabile, bizzarra e generatrice di allarme .
Le storie che vengono raccontate in “Benvenuto in Psichiatria” sono cangianti cosi come lo stile narrativo utilizzato. Talvolta sono frammenti, altre volte sono testimonianza, diario, riflessione; narrate in chiave ironica, drammatica oppure leggera o anche autoriflessiva. Sono narrazioni che intendono suscitare emozioni e riflessioni sia agli operatori che ai volontari; ai lettori giovani e adulti sensibili. Sono racconti reali delle tante mattine passate “a colloquio” in cui a rendersi originali e profondamente autentici, sono i pazienti ricoverati.