[articolo uscito su SOS Sanità]
Il direttivo del Club Spdc No Restraint, al termine del XIII Convegno nazionale di Prato, ha deciso l’avvicendamento alla presidenza tra Lorenzo Torresini, ideatore del Club Spdc No Restraint, che diviene presidente onorario, e Giovanni Rossi, cofondatore dell’associazione, che la guiderà nei prossimi anni.
Il tredicesimo convegno nazionale del Club degli Spdc No Restraint si è svolto a Prato il 13 dicembre scorso.
Come ogni anno il convegno ha documentato l’attività del gruppo di Spdc che in Italia riesce a svolgere la sua funzione di cura senza ricorrere alla costrizione fisica ed ambientale.
Servizi in cui le persone non vengono legate e le porte sono aperte.
Esperienze che mettono in crisi l’ atteggiamento custodialistico, ancora presente in molte strutture psichiatriche, come pure in altri reparti ospedalieri e residenze per anziani. Atteggiamento che considera ineluttabile l’esercizio del controllo fisico del malato.
Ineluttabilità che serve a giustificare la limitazione della libertà personale in contrasto tanto con l’articolo 13 della Costituzione che in assenza di qualsiasi evidenza terapeutica.
Ineluttabilità che è stata smentita dalle esperienze no restraint presentate durante il convegno: Modena, San Severo (Foggia), Trento, Trieste, Terni, Mantova, Pescia (Pistoia), Melegnano (Milano), Ravenna, Grosseto, Caltagirone, Merano, Prato.
In alcuni casi si tratta di esperienze storiche, in altri recenti, o in procinto di raggiungere l’obiettivo.
Nel corso del convegno è stato annunciato che annualmente verrà reso noto l’elenco degli Spdc a Contenzione Zero.
Quelli, cioè, che nel corso dell’anno precedente non abbiano eseguito alcuna contenzione meccanica. A gennaio sarà disponibile l’elenco relativo al 2019.
Il Club degli Spdc No Restraint ha acquisito negli anni una dimensione importante in termini di credibilità e spazio pubblico.
Negli ultimi anni ha aderito alla Campagna …E tu slegalo subito e a quella sul superamento degli OPG.
Nel 2019 è stato tra i promotori della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale stabilendo una partnership con una rete molteplice di associazioni, a partire da Unasam.
È infatti evidente che il no restraint negli Spdc è favorito dalla adozione di adeguate modalità organizzative interne ai servizi e di contesto nel territorio.
Si scrive nel documento approvato al termine della assemblea del Club No Restraint: «L’analisi delle esperienze no restraint ci indica la via da percorrere. Pur nella loro diversità gli Spdc no restraint crescono ed estendono la loro influenza se godono di una rete di sostegno nel contesto sociale ed organizzativo in cui si trovano. Dobbiamo provare a trasformare queste evidenze in una forma di collaborazione stabile con quanti stanno lavorando nella nostra stessa direzione. Per sviluppare il nostro core che è costituito dalla pratica no restraint negli Spdc dobbiamo affiancarci ed affiancare chi opera presso l’opinione pubblica, per esempio attraverso la campagna …E tu slegalo subito. In particolare dobbiamo trovare il modo di trasferire negli operatori l’idea, tanto etica quanto pratica, che se si può allora si deve in modo che si inneschi il processo di maturazione professionale che li porterà ad imparare a lavorare senza contenere. Come sappiamo legare fa male a chi viene legato, ma anche a chi lega».
Assieme alle organizzazioni sindacali, professionali e scientifiche il Club Spdc No Restraint punta ad interloquire con le amministrazioni, centrale e regionali, allo scopo di stimolare il monitoraggio delle contenzioni. In molte parti d’Italia manca qualsiasi informazione, anche solo quantitativa, sulla dimensione di questo fenomeno.
A Ministero della Salute e Regioni verranno anche avanzate proposte organizzative, formative e di incentivazione economica, a sostegno della transizione dal restraint al no restraint.
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