Il 23 dicembre, pomeriggio, su mia richiesta, ho incontrato il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Cagliari perchè circolavano voci secondo cui Casamatta sarebbe stata chiusa.
Ho così saputo che i carabinieri del N.A.S. hanno inviato una lettera al Comune di Quartu S.Elena (e per conoscenza alla ASL e alla Procura) con la quale chiedono la chiusura di Casamatta per questa ragione: la struttura ha l’autorizzazione al funzionamento come comunità alloggio, invece (secondo loro) svolge attività terapeutica riabilitativa senza avere le figure professionali necessarie. Inoltre hanno invitato la ASL a individuare sistemazioni alternative per le persone che abitano in Casamatta.
Abbiamo inoltre saputo sempre dal Dott. Laddomada che il Comune sta procedendo e che entro gennaio il sindaco firmerà l’ordinanza. Insomma, siccome non ci limitiamo a “custodire” le persone ma facciamo loro vivere una esistenza a dimensione umana, questo evidentemente non va bene ed è considerata attività “terapeutica” che secondo loro non potremo svolgere con le figure che abbiamo alla casa (educatori, psicologi, assistenti di base, governante). Poi questa mattina il pessimo articolo dell’Unione Sarda (sempre puntualmente informato da qualcuno che non ci ama).
Scopriamo dalla lettura della notizia che i giornalisti (a differenza nostra) conoscono i contenuti del documento del NAS. Quindi gli abitanti di Casamatta e gli operatori apprendono dall’Unione Sarda quelli che saranno i loro destini. Semplicemente vergognoso, vergognoso, vergognoso. Non una parola sulla persone in carne ed ossa che abitano nella Casa, sull’attività svolta dalla Casa, sul nostro impegno di familiari in questo progetto di vita, sulle pesanti e infondate accuse rivolteci dal Signor Tronci medico del servizio di diagnosi e cura di Cagliari 1. Non una parola sul perchè persone che stanno bene alla Casa debbano essere “deportate” chissà dove! Come se noi (familiari di queste persone) potessimo permettere qualunque cosa contro di loro. Abbiamo ovviamente già parlato con i nostri Avvocati e abbiamo individuato un altro Avvocato esperto in queste materie.
Abbiamo però bisogno di forte e visibile sostegno da parte di cittadini, organizzazioni, operatori, politici.
Se stiamo soli in questa battaglia siamo perduti! Domani sera (lunedì) alle 17 e 30 saremo nella sede dell’ASARP a discutere sulle cose da fare.
Gisella Trincas