Imputati medici e docenti, tra i nomi illustri Nivoli e Lorettu di Nadia Cossu SASSARI. Sarà un processo davanti al tribunale collegiale a stabilire se realmente gli imputati abbiano esercitato tutto il loro potere per bloccare l’arrivo al traguardo di una allieva “sgradita”. L’inchiesta – oggi coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu – era scattata due anni fa dopo la denuncia di una specializzanda e aveva avuto l’effetto di un terremoto negli ambienti universitari. Una…
di Pier Aldo Rovatti [1] La settimana prossima Trieste ospiterà un convegno internazionale sulla salute mentale e sui diritti del malato: The right [and opportunity] to have a [whole] life /Il diritto [e la possibilità] di vivere una vita [nella sua pienezza] (http://www.triestementalhealth.org) Trieste gode ormai da molto tempo di una leadership mondiale in questo campo per i motivi che tutti conosciamo bene. La chiusura dei manicomi che Franco Basaglia ha reso possibile, operando una vera “rivoluzione”…
di Gilberto Di Petta Il pomeriggio del trenta luglio lo passo con i due giovani tirocinanti psicologi, Marco e Tello, in Pronto Soccorso. Armando ha ingoiato una lametta. Lo ha portato il 118 da un paesone dell’ hinterland di Napoli nord, quello di “Io speriamo che me la cavo”. E’ a circa cinquanta chilometri da qui. In un territorio metastatizzato dal cemento, senza soluzioni di continuo. Armando viene dai bordi di questa megalopoli che non ha…
di Francesca De Carolis “In quel manicomio esistevano gli orrori degli elettroshock. Ogni tanto ci assiepavano dentro una stanza e ci facevano quelle orribili fatture. Io le chiamavo fatture perché non servivano che ad abbrutire il nostro spirito e le nostre menti. La stanzetta degli elettroshock era una stanzetta quanto mai angusta e terribile; e più terribile ancora era l’anticamera, dove ci preparavano per il triste evento. Ci facevano una premorfina, e poi ci davano…
Io ho una mia teoria sugli psichiatri che si specializzano – solo – in farmaci o elettrochoc. Se li guardi in faccia quasi mai ricambiano lo sguardo. Guardano di sbieco, o in alto, o in basso, come avessero gravi deficit relazionali, l’empatia non ne parliamo, è per questo, secondo me, che invece di stare con il paziente, comprenderlo, ascoltarlo, parlarci, calarsi nel suo dolore, restituirgli un po’ di speranza, preferiscono somministrargli farmaci o corrente elettrica. È una mia teoria, si capisce. Ma confortata da quasi vent’anni di frequentazione del mondo psi. È per questo che non potevo fare il farmacologo o lo scioccatore, nonostante avessi iniziato la mia carriera proprio con questo tipo di psichiatri.
Di come cerchiamo, a rischio di cocenti fallimenti, di tenere vivo l’“umano” nelle pratiche della salute mentale. Le ragioni di una scelta di campo. Oltre le polemiche. di Peppe Dell’Acqua Il testo che segue non vuole affatto alimentare polemiche, o peggio ostilità, che ritengo inutili e dannose. Trovo questa una buona occasione per entrare, con un respiro più lungo, con qualche dettaglio in più, nelle questioni che appassionano noi quanto i colleghi altoatesini. Il riferimento, nel…
Più che nuove leggi sul TSO andrebbe data piena, reale ed efficace attuazione alle normative vigenti, consentendo al sistema pubblico della salute mentale di continuare a garantire in maniera uniforme a livello nazionale i livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini. Un sistema che oggi, invece, rischia in pochi anni di collassare, sotto il peso di un carico sempre più gravoso e in assenza di un’adeguata attenzione dei Governi, nazionali e regionali Da alcuni…
Parla Franco Rotelli, allievo del padre della norma che portò all’abolizione dei manicomi: «Ecco come possiamo migliorare la 180» Di Mauro Pianta Giusto quarant’anni fa, nell’estate del 1977, Luciano Manzi, l’allora sindaco di Collegno – nel Torinese – in accordo con le istituzioni sanitarie territoriali, decise di far abbattere il primo pezzo del muro di cinta che circondava il manicomio (l’attuale parco della Certosa). Qualcosa di più di un atto simbolico, perché per la prima…
L’ex primario di psichiatria di Merano Toresini sulla contenzione, la filosofia che non guasta, l’elettroshock, la derivazione culturale e la storia di un ex nazista.
Ideatore e sostenitore del progetto di Casa Basaglia, seguendo pedissequamente la lezione del padre della legge 180 di porre i due poli dell’istituzione, ovvero il personale medico e i pazienti, sullo stesso piano dialettico, Lorenzo Toresini, già primario di psichiatria di Merano (in pensione dal 2013), è stato tirato in causa più volte, esplicitamente o meno, nelle ultime settimane. E cioè da quando sul tavolo anatomico del dibattito sono tornati argomenti quali i diversi approcci psichiatrici, fra posizioni monolitiche e altre più concilianti; e l’utilizzo di alcune pratiche come la contenzione, il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) e l’elettroshock.
Roger Pycha, primario di psichiatria a Brunico, replica alle critiche sul servizio psichiatrico altoatesino pubblicate su salto.bz e difende la terapia elettroconvulsiva.
Di Sarah Franzosini
Dottor Pycha, c’è una forte denuncia per l’uso della Tec, la terapia elettroconvulsiva, a lungo nota come elettroshock. Enzo Lupo di Psichiatria democratica, ad esempio, l’ha definita “una terapia ascientifica, ottocentesca e abbrutente, che spegne le persone senza curarle”. Con l’applicazione di questa terapia nei reparti lei ha dato un taglio netto con l’eredità lasciata dall’ex primario di psichiatria di Merano Lorenzo Toresini e Franco Basaglia…