da “Vita”L’eredità di Franco Basaglia vive ancora? È questa la domanda che sorge a cent’anni dalla nascita del grande psichiatra veneziano, a cui noi di VITA abbiamo cercato di rispondere con il magazine di marzo, dedicato a questo tema. Se è vero che la situazione della salute mentale in Italia non è sempre rosea, è anche vero che esistono dei luoghi in cui il pensiero che ha ispirato la Legge 180 viene ancora coltivato e mantenuto vitale.…
da “Il Corriere della Sera”L’Italia è terzultima in Europa (peggio fanno solo Estonia e Bulgaria) per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale. Zero: ecco il risultato d’una ricerca nell’archivio Ansa incrociando i nomi di Orazio Schillaci e Franco Basaglia. C’è chi dirà che il ministro della Salute compare “solo” in 1.824 notizie d’agenzia e può essere una coincidenza che non citi mai il fautore della chiusura dei manicomi fondatore d’una nuova idea della…
A Trieste e a Gorizia, cinquant’anni fa, è accaduto qualcosa di straordinario che ha cambiato la vita a milioni di persone. L’azzurro animale di cartapesta, simbolo della rivoluzione di Franco Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi, sarà nella spianata dell’Ara Pacis a Roma, in occasione del Festival di Salute 1973. Ultima domenica di febbraio, Marco Cavallo esce dal manicomio e apre con fatica una spaccatura nel muro. Franco Basaglia, risponde alle domande di giornalisti, cine operatori,…
Il dominio dello stigma psichiatrico , una drammatica deriva regressiva di Enrico Di Croce, psichiatra, Torino L’orribile omicidio a mani nude del cittadino nigeriano avvenuto di recente a Civitanova Marche è tragico e inaccettabile per diverse ragioni, fra le quali non esiterei a comprendere una parte delle reazioni emotive suscitate presso l’opinione pubblica. Mi riferisco alla vera esplosione di invettive stigmatizzanti che hannoinvestito non tanto l’assassino quanto la categoria antropologicaassegnatagli d’ufficio dai grandi mezzi di…
A proposito dell’omicidio di Civitanova. Razzismo, indifferenza, psichiatrie… di Francesca de Carolis Alcune brevi riflessioni, e qualche domanda, a proposito dell’omicidio di Alika Ogorchukwu, l’uomo nigeriano ucciso a Civitanova Marche. Alcune riflessioni ora che piano piano la terribile vicenda via via sembra sbiadirsi, sommersa da altri incalzare… Il nostro pensiero va alla moglie, alla famiglia e all’intera comunità nigeriana così comprensibilmente sconvolta… mentre, oltre il dolore di chi in questa tragedia è coinvolto, rimangono, pesanti…
di Benedetto Saraceno Segretario Generale, Lisbon Institute of Global Mental Health da Saluteinternazionale.info 13 ottobre 2021 “La Cura è azione pratica e affettiva al tempo stesso. Questa doppia natura richiede competenze pratiche e competenze affettive. Spesso i famigliari mancano delle prime e gli operatori sanitari delle seconde. La Cura è il nuovo nome della pace”. La Cura è il nuovo nome della pace, dice don Renato Sacco di Pax Christi e la Cura è stata al…
“Se a Trieste la storia riscrive la Basaglia” di Massimo Recalcati
La Stampa, 7 giugno 2021
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La riforma psichiatrica di Franco Basaglia, conosciuta come Legge 180, approvata nel maggio del 1978, è stata probabilmente la riforma più significativa, se non l’unica, figlia della grande contestazione del ’68. Essa ha avuto nella città di Trieste il suo epicentro geografico e politico. E’ questa una cifra simbolica di grande rilievo: nella città italiana che più di tutte porta con sé il valore, anche traumatico, dell’esperienza del confine, si chiude il manicomio come luogo di segregazione brutale della follia per ricordare alla vita della polis che essa – la follia – non è l’indice di una vita che si è disumanizzata, ma un’esperienza dove la condizione umana trova una sua espressione tragica ma fondamentale. Basaglia lo ripeteva spesso: la follia non è una malattia del cervello, ma una manifestazione della vita dell’uomo. Il movimento che ha portato alla chiusura dei manicomi nel nostro paese e all’idea di un servizio per la salute mentale radicato sul territorio (al di là dei limiti incorsi nella sua effettiva applicazione), e’ stato un movimento non solo interno alla storia della psichiatria, ma anche più ampiamente filosofico e politico: liberare il folle dalla violenza dell’istituzionalizzazione che tendeva a cronicizzare la malattia, sottrarlo al destino del confinato, dell’emarginato, dello scarto della società. Grande opera, dunque, di inclusione, di riscatto anche civile, di riapertura dei confini.
Di Gabriele Di Luca Matteo Tenni (44 anni) è morto il pomeriggio del 9 aprile, poco dopo le 18, a Pilcante di Ala (TN). L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, in base ad una prima ricostruzione, non si era fermato all’alt di una pattuglia dei Carabinieri. I militi lo hanno quindi inseguito fino alla sua abitazione. Tenni – già conosciuto dalle forze dell’ordine – è entrato nel garage e ha preso un’accetta che ha rivolto contro l’auto…
Di Jessica Masucci [articolo pubblicato sull’Espresso il 22 marzo 2021] Da vent’anni non investiamo una quota adeguata del budget sul disagio psichico. E ora servono più psicologi nelle scuole e nelle asl Se si cercano le parole salute mentale nelle 168 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza del 12 gennaio scorso, il Recovery plan italiano, non si ottiene alcun risultato. Eppure attivisti globali e locali, familiari dei pazienti, psichiatri, psicologi, tutti coloro che…
Di Luisa Pozzar [articolo uscito su Avvenire il 23 febbraio 2021] La pandemia impone di superare il modello Rsa per un sistema misto. «C’è bisogno di quella che noi chiamiamo la città che cura, dove pubblico, terzo settore e altri enti sociali lavorano insieme». Il 30 aprile, termine previsto per la presentazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è ormai dietro l’angolo. Tra i diversi soggetti che a suo tempo si erano autoconvocati…