domenica 7 aprile 16.30 – Milano”Ripensare la diagnosi”Intervento in occasione dell’IncontroMentre preparavo questa breve relazione introduttiva è uscito sulla Repubblica del 17 marzo di quest’anno un articolo di Massimo Recalcati che ripropone, in modo accattivante e divulgativo, ma non banale e semplicistico, il problema molto attuale delle manifestazioni di disagio psicologico dei giovani. L’articolo ha per titolo: “Ragazzi siete vivi e non matti”. In sostanza Recalcati stigmatizza la tendenza attuale a diagnosticare un disturbo mentale…
da Il Domani“Cento giorni che non torno” (Laterza) di Valentina Furlanetto è sia un’inchiesta su chi era Franco Basaglia e su cosa ha significato la sua azione e cosa ancora oggi significa per la cura del disagio mentale. Partendo dal punto di vista di uno psichiatra e neurologo, fu capace di offrire una piattaforma inclusiva dentro la quale rendere possibile una cosa immaginata. Là dove altri si limitarono alla teoria e a un approccio clinico,…
Crimini di guerra, crimini di pace.Franco Basaglia a 100 anni dalla nascitaL’esperienza del carcere del giovane Basaglia e la metafora del Lager nella lettura del manicomio, da Gorizia a Barbacena (Brasile). L’internamento della miseria e l’esclusione sociale definiscono i crimini di pace. La salute mentale ancora oggi si iscrive tra sofferenze e disuguaglianze, in un tempo segnato dalla guerra.Lo scopo del mio breve intervento, nel contesto di questo convegno, è collegare alcune parole chiave. Innanzitutto…
XV Congresso SIEP “Oltre il posto letto: Riabilitare la residenzialità”, 23-25 novembre 2023 Bologna 23 ottobre 2023 Sessione “Residenzialità e autori di reato”Autori di reato: riflessioni per una visione unitaria della complessitàAbstractA partire dalla legge 81/2014 che ha portato alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) viene fatto il punto sullo stato della sua attuazione, sui principali problemi aperti e sulle possibili linee di sviluppo. La riforma va completata con una revisione del codice penale. Vi sono…
La persona al di sopra dell’istituzione: progetti di vita, integrazione sociale, lotta alle disuguaglianze e diritti umani L’integrazione socio sanitaria nella assistenza a domicilio e in Residenze Leggere per i Cittadini con disturbo mentaleRenato VenturaPresidente di La Tartavela ODV e Vice presidente Scacco Matto MIRelazione al Convegno “La gestione del disagio psico sociale”Milano 16 settembre 2023Fondazione LUVI con l patrocinio del Comune di Milano Municipio 5Cascina Brandezzata Via Ripamonti 428, MilanoPartirò apparentemente da lontano, da…
La persona al di sopra dell’istituzione: progetti di vita, integrazione sociale, lotta alle disuguaglianze e diritti umani Riassunto I processi di deistituzionalizzazione nel mondo si sono spesso tradotti in trans-istituzionalizzazione, anche comportando soluzioni di lungo periodo di tipo residenziale. Una nuova visione centrata sulla Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU ha messo al centro soggetti titolari di diritti, di cui viene sancito in particolare il diritto alla libertà della persona, alla vita indipendente e…
WAPR Italia VI Congresso Nazionale La Salute Mentale di Comunità oggi: Soggettività, Modelli, Evidenze Perugia, 6 e 7 maggio 2022 Sabato, 7 maggio – Sala dei Notari – Tavola rotonda – h.10.40 L’utente e la rete dei Servizi: bisogni individuali e complessità delle risposte Intervento di Silva Bon* Vorrei presentarmi come storica, ma soprattutto come una cittadina, come una persona che ha avuto bisogno dell’aiuto e del supporto della rete dei Servizi presso il…
Salute mentale, perché è importante salvare la legge Basaglia
L’ultimo libro di Franco Rotelli ripercorre la rivoluzione che ha segnato la storia della psichiatria in Italia. Una riforma che va tutelata
Come ormai di frequente mi accade, la Collana 180 – Archivio critico della Salute mentale di Edizioni Alphabeta Verlag (Merano) mi informa sulle uscite. Di recente ha pubblicato ‘Quale psichiatria? Taccuino e lezioni’, una raccolta di saggi di Franco Rotelli che coprono un arco di quasi quarant’anni. Un libro questo che ho letto senza conoscerne prima i saggi che lo compongono e che sono, sia quelli più lontani nel tempo, sia quelli più vicini, testi di una straordinaria attualità. Ripropongono negli accostamenti più complessi e rivoluzionari, uno splendido affresco di quella che è stata la psichiatria di Franco Basaglia, e che Franco Rotelli ha aggiornato senza fine con le testimonianze teoriche e con le realizzazioni pratiche di una psichiatria che ha continuato a vivere dei grandi ideali.
I lavori raccolti in questo libro, denotano la capacità di scrittura di Franco Rotelli, le sue doti teoriche e pratiche che gli consentono di confrontarsi con temi che sono stati quelli di Basaglia, ma che egli ha continuato, rinnovandone le sorgenti culturali e calandole in un linguaggio e in contesti emozionali diversi da quelli di Basaglia, continuamente citato nel corso dei suoi lavori. La cultura di Rotelli si allarga, direi, ad autori, che non facevano parte spontanea e immediata del pensiero di Franco Basaglia. I testi raccolti ripropongono i grandi temi della psichiatria che ha cambiato il mondo, e che da Gorizia e da Trieste si è diffusa come testimonianza di una genialità, quella di Franco Basaglia, imprevedibile in un mondo, come quello della psichiatria italiana, che è sempre stato sbranato dalle concezioni biologiche più gelide.
È da tempo che sento parlare del grigiore delle psichiatrie che oggi tengono il campo. «Le mani alla gola degli schizofrenici», per dirla con David Cooper, continuano a soffocare emozioni, parole, passioni. Una scena, questa, che oggi si mostra quasi ovunque senza veli e senza vergogna alcuna.
Avevo saputo della morte di Andrea dal giornale radio. Amici torinesi mi chiamarono il giorno dopo. Mi chiesero di scrivere qualcosa, di commentare, di prendere posizione. Quello che era accaduto nel piccolo giardino pubblico di Torino aveva assunto immediatamente le dimensioni di una imperdonabile violenza. Una morte così dovrebbe essere impensabile oggi, solo se finalmente gli psichiatri, gli infermieri, i direttori generali delle aziende, i governi regionali volessero veramente sapere qualcosa della incommensurabile lontananza delle persone che vivono l’esperienza, del loro bisogno di aiuto e di ascolto. E non continuare a brandire come un rozzo randello il Trattamento sanitario obbligatorio.
Allora scrissi che il Tso non è un mandato di cattura. Quasi ovunque – è impressionate in quanti, troppi luoghi ciò accade – gli psichiatri si interrogano poco, i sindaci ancor meno, i giornalisti si adeguano. Ovunque, dicevo, il Tso finisce per essere non quel momento di garanzia, di difesa del cittadino, specie mentre manifesta la sua totale fragilità e un profondissimo bisogno di ascolto e di comprensione, ma la fredda esecuzione di un’ordinanza. Il legislatore aveva voluto indicare un “obbligo” che i servizi devono assumere alla negoziazione, alla responsabilità di curare soprattutto quando la persona rifiuta le cure. Un esercizio non facile: obbligare alla cura e salvaguardare dignità, ascolto, comprensione.
Le prime pagine del libro di Matteo Spicuglia (Noi due siamo uno, Add editore, 2021) sono agghiaccianti. Non posso non dirvi che le ho lette con un nodo in gola e una profonda emozione tra rabbia e solidarietà che non mi ha lasciato anche nei giorni successivi. Andrea viene ucciso da incolpevoli agenti della polizia municipale e dalla totale incompetenza e negligenza propria delle psichiatrie e per la non più tollerabile assenza di politiche governative e regionali che vogliano rendersi conto che esiste non solo un dettato costituzionale, una legge dello Stato, ma anche organizzazioni, dispositivi e culture che devono agire prima che la distanza diventi incolmabile. Quel tipo di intervento, il Tso, che purtroppo si conclude anche tragicamente, è il frutto dell’inerzia, della criminale disattenzione delle politiche regionali e delle aziende sanitarie che ancora non attivano – ma quando mai lo faranno – presidi forti di salute mentale comunitaria, diffusi e presenti nel territorio, disposti ad accogliere, ad ascoltare, a intervenire ventiquattr’ore su ventiquattro, ogni giorno, per tutta la settimana. Le morti, che qui non voglio più elencare ma che ognuno di voi ricorda degli ultimi 10-12 anni, sono avvenute sempre per il vuoto prima che l’intervento di “cattura” abbia inizio: vuoto di ascolto, di capacità di smontare il lievitare della crisi e della domanda repressiva.
Il Forum spesso, e continua a farlo, discute e informa, le cattive pratiche non mancano. Non ultima la morte di un altro quarantenne, Matteo Tenni, avvenuta nel piccolo paese di Ala nel trentino, ucciso dai carabinieri in un intervento determinato ancora una volta da quel vuoto di cui continuiamo a “urlare”. Con Matteo Spicuglia ho discusso del suo prezioso lavoro quando il libro stava per entrare in stampa, ho risposto alle sue domande, e quando finalmente ho letto il pdf non ho potuto trattenermi dal chiamarlo. Il suo è un lavoro prezioso, va letto, consigliato. I giovani che si accingono a questi mestieri troveranno ragioni per interrogarsi. Un solo appunto: il titolo. Sarebbe stato appropriatissimo e sufficiente il sottotitolo la morte di Andrea Soldi, mentre è davvero inaccettabile che ancora si scriva morto per Tso perché, non mi stanco di ripeterlo, si muore per le sgangheratezze, le autoreferenzialità, le distanze delle psichiatrie, per la miseria delle organizzazioni del territorio, per la costante scarsità di risorse, per la trascuratezza e le approssimazioni dei servizi formativi. Ma il libro non finisce qui. Saranno le carte che Andrea lascia nel suo appartamento, i suoi scritti, la bellezza e la profondità delle sue riflessioni, il racconto emozionante e poetico del suo mondo interno che costruiscono l’altra parte del libro e un interrogativo inquietante. Venticinque anni di “malattia” e di contatti con i servizi di salute mentale, sostenuti dalla amorevole sollecitudine di sua madre, di suo padre, di sua sorella, hanno fatto poco per illuminare il mondo così ricco di Andrea, riducendo tutto a cosa, a diagnosi, a farmaco.
Una biografia che si legge, o si rilegge, con grande interesse, e che ricostruisce avvenimenti lontani che nulla hanno perduto della loro febbrile attualità. Eugenio Borgna A quarant’anni esatti dalla sua scomparsa, la figura di Franco Basaglia continua a essere di oggetto di discussioni e profonde riflessioni. Dopo il grande successo della prima edizione (2001), uscita anche in traduzione francese e spagnola, la monografia Franco Basaglia a cura di Mario Colucci e Pierangelo Di Vittorio,…