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Punti di vista

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di Donato Morena. “Dottore mio figlio fuma spinelli, ha cominciato a spacciare e non vuole saperne di smettere, al Sert non vuole andarci, dice che noi genitori non abbiamo capito niente della vita, possiamo fargli un ricovero in psichiatria?”. ”Mia figlia è scappata di casa, si guadagna da vivere con delle sex-cam e non vuole saperne di cambiare vita, cosa dobbiamo fare? siamo disperati, e se fosse sua figlia?”. “La ragazza quest’anno sta andando malissimo…

tsopioltelloIl Trattamento sanitario obbligatorio, ovvero la sua regolamentazione, nucleo sensibile – ma certo non dominante – della legge di riforma del 1978 rappresenta il punto di massimo equilibrio tra il bisogno di cura riconosciuto nella circostanza di un disturbo mentale che compromette la salute, la dignità, la contrattualità l’immagine  sociale della persona  e la mancanza di consenso, fino al limite estremo del rifiuto ostinato; nella pratica una intensa negoziazione per garantire il diritto alla cura e alla salute come  previsto dall’articolo 32 della Costituzione, rischia al contrario di assumere, all’atto della sua applicazione, distorsioni e disattenzioni tali da renderlo strumento di repressione e di mortificazione.

m_cavCara Maria, ho letto di recente una tua dichiarazione. Hai detto: “..fare delle Rems appannaggio esclusivo delle persone prosciolte e con misura di sicurezza definitiva, avrebbe significato, negare il diritto di cura a un’ampia fascia di persone detenute, abbandonandole al proprio destino (!) …” Quando sento parlare di carceri, di manicomi , di matti m’imborezzo, come dicono a Trieste, e così mi è venuto di scriverti.

Oggetto: D.d.L. Giustizia (articolo 12 comma 1 lettera d)) Come operatori psichiatrici, nell’ambito delle responsabilità istituzionali che il nostro mandato comporta, siamo estremamente preoccupati che il D.d.L. 2067 (“Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena”), per quanto concerne l’articolo 12, comma 1 lettera d), possa vanificare il grande sforzo fatto In Regione…

Mi piacerebbe essere a Collegno per la giornata della dignità. Attraversare muri e abbatterli è quanto più mi piace fare. Ma sarà difficile. Il 13 maggio è per me una giornata molto impegnativa. In Piemonte, a Torino, ci sono già stato e ho parlato con amici carissimi, con operatori e con amministratori. E’ una bella cosa promuovere questa giornata e bisognerà farla diventare un momento importante per tutto il paese pensando tuttavia ai bravi operatori…

liberta

di Peppe Dell’Acqua

La libertà è terapeutica abbiamo detto, e scritto sui muri. E’ terapeutico, prima di tutto, liberare le persone.

Che non vuol dire che chi è “matto” può fare ciò che vuole per essere alla fine abbandonato e costretto a vivere nelle periferie del mondo e dell’anima la sua improbabile libertà. Non solo libertà di essere bizzarro, di delirare, cantare alla luna. Non certo di pagare con l’emarginazione la propria singolare bizzarria, con la perdita di ogni diritto la propria unica condizione esistenziale.

Ernst_Lossa,_Foto_aus_der_Krankenakte

di Peppe Dell’Acqua e Silvia D’Autilia*

Ernest Lossa, bambino tedesco, zingaro, di minoranza Jenisch, ritenuto insufficiente mentale venne ucciso con un’iniezione letale quando aveva 14 anni. Aveva resistito per più di 6 anni ai tentativi di esecuzioni. Sembra invece che fosse particolarmente simpatico, servizievole e intelligente, tanto da ingraziarsi infermieri e aguzzini, resistendo nel chiuso dell’istituto alle violenze e alle vessazioni. Riusciva sempre a rubare una mela, a farsi dare una doppia razione di minestra o una coperta. Al compimento del quattordicesimo anno, una diligente e corpulenta infermiera non fu capace di sottrarsi all’ordine. La singolare e struggente storia di Lossa è diventata un libro e poi un film presentato al Giffoni Film Festival del 2016 ed è in corso di pubblicazione la sua storia in italiano.

di Piero Cipriano Ehi, dico a voi, laggiù in Sicilia, voi di Barcellona Pozzo di Gotto, lo sentite questo lamento di animale morente? E a Secondigliano? Vi arriva questo rantolo cupo che non si decide a esalare l’ultimo fiato? E a voialtri, poco più su, ad Aversa, non vi risuona nelle orecchie un grido straziante, come quello di un dinosauro che deve accettare di uscire dalla storia? E a voi di Montelupo Fiorentino? La puzza,…

di Fabrizio Starace (*) Un commento al racconto di Di Petta (vedi il racconto) Il compito delle scienze sociali, secondo Domenico De Masi, è “essere moleste”, evidenziando nel rassicurante riprodursi della realtà contraddizioni e incompatibilità che possono risultare fastidiose, a volte spiacevoli, ma hanno il merito di riportarci al senso delle cose che facciamo e alla distanza tra queste e i valori in cui crediamo. In Notti di ordinaria psichiatria, Gilberto Di Petta ha avuto la…