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Domani, martedì 28 febbraio alle ore 13.40, su Rai 3, la rubrica quotidiana “Fuori Tg” si occuperà dell’avvenuta chiusura degli Opg con un reportage da Castiglione delle Stiviere e dalla Rems di Aurisina/Trieste-Gorizia. Le due realtà rappresentano i due punti limite, i due antipodi, di quanto si è fatto e di quanto si ha intenzione di fare.

La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari annunciata ufficialmente dal Governo è un evento storico per l’Italia che conferma, dopo la chiusura dei manicomi decisa con la riforma Basaglia, di essere all’avanguardia nella legislazione per il diritto delle persone alla tutela della salute mentale. Si tratta di un risultato ottenuto grazie a una proficua e dialettica collaborazione fra società civile e Istituzioni e al lavoro di tanti operatori. Che dimostra quanto sia preziosa la partecipazione democratica nei processi…

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[www.ansa.it, 20 febbraio 2017]

ROMA – “Oggi è una giornata storica perché siamo arrivati al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo che è il superamento definitivo degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), ormai realizzato in tutta Italia: abbiamo infatti ancora solo sei pazienti che saranno trasferiti a giorni dall’ultimo Opg rimasto che è quello di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia”.

COPERTINA PULINOdi Peppe Dell’Acqua

La critica alla riproduzione del potere e delle gerarchie nelle istituzioni, la trasgressione delle distanze tra gli operatori e tra questi e le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale, hanno messo in discussione i tempi e i luoghi dell’agire e con essi la persistenza raggelante delle gerarchie. Abbiamo dovuto rivisitare radicalmente la dimensione del tempo e del luogo (dell’OP, della clinica, del terapeutico): non più i luoghi e i tempi della malattia, ma luoghi e tempi del quotidiano  che si trasformano mentre cresce la visibilità della persona nel raccontare e vivere la sua storia.

Il comitato nazionale di stopOPG, accompagnato da quello regionale, è stato impegnato per due giorni con una mobilitazione in Sicilia, venerdì 10 e sabato 11 febbraio, per visitare e soprattutto rivendicare l’immediata chiusura dell’ultimo Ospedale Psichiatrico Giudiziario ancora aperto, quello di Barcellona Pozzo di Gotto, dove sono ancora internate 13 persone. Nell’occasione, stopOPG ha anche visitato le due REMS siciliane, di Naso e di Caltagirone, incontrando gli operatori e i pazienti che vi sono detenuti.…

Dopo le dimissioni questa settimana degli ultimi tre internati, seppure con grave ritardo, e grazie anche al lavoro del Commissario Franco Corleone, è finalmente stato raggiunto il risultato di una lunga mobilitazione. Nella sede dell’ex OPG sono ancora detenute sette persone, che dovranno essere assistite in carcere o, preferibilmente, con misure alternative. Nel corso della nostra ultima visita a Montelupo Fiorentino (23 dicembre scorso) abbiamo espresso sostegno agli operatori che ancora lavorano nella struttura, per…

indexdi Peppe Dell’Acqua

Qualche premessa per cogliere il senso della scelta di campo che siamo stati e siamo obbligati a fare. Provo a dire con le parole che ho, alcune ragioni delle scelte che ritengo largamente condivise all’interno dei movimenti e delle associazioni per la salute mentale e del forum.

Il cantiere che immaginiamo deve proporre (e motivare) un ruolo di programmazione e di verifica più forte da parte del Governo centrale (se mai accadrà nei prossimi mesi che ci sia un governo che voglia curarsi della salute mentale) con l’obiettivo di ridurre, definendo standard per esempio, il divario intollerabile tra le diverse aree del paese ( vedi F. Starace , Ultimi in Europa e il Rapporto sulla salute mentale 2015 “Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale).

unnamed“A Trieste, nel manicomio di San Giovanni, la ricostruzione identitaria e il tentativo di ricomporre le fratture così profonde nelle storie delle persone diventavano, di giorno in giorno, un imperativo categorico. Dovevamo ascoltare e favorire il racconto dell’altro. Non bastava mai. Le vie d’uscita si potevano trovare soltanto nella trasformazione, seppure lenta, del quotidiano. Bisognava tornare nei luoghi che da anni le persone avevano lasciato. Era necessario stare insieme per ore e per giornate intere.

CANDELEdi Peppe Dell’Acqua

Non possiamo più stare a guardare. Ovunque le politiche per la salute mentale segnano il passo. Un velo di smemoratezza copre il passato e l’indifferenza al presente, non certo felice dei servizi, apre a un futuro quanto mai incerto e oscuro. Il recente rapporto del ministero della Salute rende concreta e misurabile la crisi ormai profonda delle organizzazioni per la salute mentale e della incertezza (e dell’insensatezza) delle risposte ai cittadini. Con gli amici più attenti discuto spesso della “terza rivoluzione”. Forse bisognerà ritornare alle parole, alle premesse, alle azioni che fecero cadere le “mura di Gerico”.