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[Illustration by Daniel Zender] Di Silva Bon Il titolo è rubato allo scrittore Kent Haruf, ma mi sembra un buon incipit per parlare in modo svagato e diffuso dei miei vissuti e delle mie esperienze: infatti ho leggermente modificato la scrittura del titolo del bellissimo romanzo dello scrittore americano, pubblicato postumo, aggiungendo tre puntini di sospensione, che, forse, possono creare un’attesa, un’inquietudine, una eventualità per introdurre un discorso ulteriore, personale e urgente. Riesco a vivere…

[Illustration by Min Heo] di Madia Marangi Non ricordo più neanche quando è cominciato questo isolamento, la mia difficoltà a misurare lo scorrere del tempo rimane anche ora. L’unico modo per scandire il tempo sono le sveglie che segnano l’ora della terapia: h 07.00: Eutirox+Esidrex h 08.00: Carbolithium 450 mg/Aripiprazolo 15mg/Tegretol 400 mg/ Gabapentin 100 mg/ Venlaflaxina 75 mg/Escitalopram 5 mg h 13.00: Rivotril 10 mg h 20.00: Carbolithium 600 MG/Aripriprazolo 15 mg/Tegretol 400 mg/…

[Illustration by Anna Parini] Di Paola Grifo Quanto abbiamo sciupato e lasciato inaridire la ricchezza di ciò che Basaglia ha lasciato al nostro Paese, e all’umano in generale… Scusate gente, oggi sono triste, parlo da un luogo vuoto della riabilitazione psichiatrica, che un tempo era pieno di relazioni e azioni, magari sgangherate, ma sempre vitali. Ora tanti sono chiusi in casa, possono incontrarsi solo a orari stabiliti, all’interno di una rigida organizzazione che nulla lascia…

[Illustration by Abbey Lossing] di Isabella Borghese [autrice di Dalla sua parte, Edizioni Ensemble, 2013] La mia adolescenza racconta gli anni in cui ho iniziato a confrontarmi con la malattia mentale. Gli anni in cui ho iniziato a conoscere mio padre prima di tutto come un individuo a sé, un essere umano. Mi sono scontrata con la mia incapacità di accettare il suo bipolarismo, con quella forza, anche, che mi ha portata per anni a odiarlo,…

…e se Marco Cavallo entrasse in tutte le case di riposo? Di Peppe Dell’Acqua Non riesco più a contenere il dolore e la paura. Notizie di morte entrano in casa da mattina a sera. Come da tempo mi capita in circostanze singolari come questa sono andato a parlarne da Marco Cavallo. “Beh, di queste storie, come sai, ne ho viste. Ma così mai, e non riesco a trattenere un nitrito di rabbia quando sento delle…

Non posso guarire il tuo genitore, ma posso almeno farti arrivare un pacchetto con un piccolo libro scritto col cuore. Un Dono, per farti sapere che non sei solo/a. Che qualcuno in questo momento pensa anche a te! Stefania Buoni, presidente associazione COMIP L’associazione COMIP – Children of Mentally ill Parents, la prima in Italia creata da e per i figli di genitori con un disturbo mentale, a partire dal mese di marzo ha lanciato…

Di Peppe Dell’Acqua [articolo uscito su Il Piccolo il 12 aprile 2020] Il virus sembra riportare tutti a un’unica condizione. Un ordine superiore cui dobbiamo soggiacere grava sulle nostre teste. La nostra singolarità svanisce obbligati come siamo a restare dentro, ridotti a una sola dimensione. Come un tempo i matti dietro le mura. Noi, reclusi per una ragione che bene o male riconosciamo e condividiamo; i matti oggi, a chiedere disperatamente una ragione ancora internati…

Illustration by Abbey Lossing Di Silva Bon I ricordi sono frantumati e al tempo stesso lucidi. Sono quarant’anni che sento, e so, consapevole, di sentire le voci. Le sentivo anche prima, a tratti, con intervalli lunghi di tempo trascorsi da un’esperienza all’altra. Ma quella notte di gennaio del 1980 ho assunto su di me la responsabilità e la cognizione netta di sentire le voci. Con le orecchie. E nel cervello, nella mia mente, nella continuità…

Illustration by Brook Gossen Di Silva Bon Stanotte, stamattina (?), mi sono svegliata alle tre, nel cuore di un buio totale e di un silenzio assoluto. Adesso. Prima, all’affiorare alla lucidità della vita, ho sentito forti, continue le voci che mi spaurano e mi parlano di minacce di morte; di presenze in casa, là in cucina; di presenze ostili di figure ben conosciute e perciò ancor più temute. Una voce di donna, continua, strascicata, insinuante,…

Di Alberto Fragomeni Mi chiamo Alberto Fragomeni e, tra le cose che faccio, ormai da diversi anni lavoro in una cooperativa sociale dove impaglio le sedie e restauro mobili assieme ad altre persone con fragilità simili alle mie. Nella cooperativa ci sono anche altri laboratori, e in uno di questi ci lavora un tizio simpatico, sui sessanta, dallo sguardo intenso che a guardarlo sembra serissimo, un uomo d’altri tempi. Finisce le sigarette in tre, massimo…