Se sono nato a Trieste è anche per colpa di Franco Basaglia.L’esperienza che prendeva corpo agli inizi degli anni settanta in quella città aveva attratto mio padre. In quel periodo molti giovani psichiatri, o comunque operatori della salute mentale, avevano visto nella pratica di Basaglia la possibilità di stravolgere un sistema, quello asilare – manicomiale, che cominciava ad apparire oppressivo, illiberale, vergognoso nel confermare e legittimare i meccanismi di esclusione dei soggetti, anche se malati…
da: La Gazzetta di MantovaLa vera legge Basaglia.Basaglia aveva freddo in quel dicembre 1979. Mi chiese di indicargli dove comprare un pullover. Lo accompagnai da Marco boutique in piazza delle Poste.Era a Mantova per partecipare ad un convegno: “Le nuove istituzioni della psichiatria” in cui si sarebbe discusso di chiusura dei manicomi e nuovi servizi.Franco Basaglia, veneziano, somigliava ai campanili e alle torri di segnalazione che danno verticalità all’orizzonte piatto della laguna.Da lontano un punto…
da: Il Dubbio, 18 marzo 2024Sergio Zavoli, padre del giornalismo italiano, incontrò Alda Merini mentre preparava il suo libro “Il dolore inutile, la pena in più del malato”. Ne venne fuori un’intervista memorabile con una delle più grandi poetesse del nostro Paese. Alda Merini si ritrovò a ripercorrere i momenti chiave della sua esistenza, compresa la dolorosissima esperienza: “Mi è venuto un accidente quando m’hanno chiuso i cancelli dicendomi che quella sera non sarei tornata…
Franco Basaglia sarà molto felice di quanto ha fatto nella vita e sarà molto felice di me, per ciò che ho fatto e per ciò che sto facendo nella mia vita. Ieri, era l’8 marzo, la festa delle donne e di mattina sono stata al Centro di Salute Mentale Maddalena a fare l’iniezione che, per il mio disturbo psichico, devo fare mensilmente. Sono entrata da una porta aperta, rimasta lì un po’ di tempo e…
dal sito di Giacomo Doni “Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima.” scriveva George Bernard Shaw. E questo Eleonora, ma chiamata da tutti Nori, lo sapeva benissimo. Nata in una famiglia borghese nel 1902, aveva un fratello, Alberto, e una sorella, Bice, più piccoli con cui aveva un legame straordinario. Straordinario come il rapporto che aveva con l’arte. Durante il periodo degli studi Nori si accorge di gestire con difficoltà l’emotività,…
Come augurio per questo Natale, il regalo di un’immagine da “Il canto dell’altalena” (edito da Piédimosca e Al3viE), prezioso libro di Anna Maria Farabbi, che, da poeta qual è, ci accompagna in un viaggio “nell’origine del canto occidentale, della poesia occidentale che nasce nel mito”. Per entrare nel profondissimo… Come nel profondissimo entra l’immagine della bambina che compare nelle prime pagine. Ci narra, Anna Maria Farabbi, del suo incontro nel paese di montagna dove andava da ragazzina,…
dal sito di Giacomo Doni 34 anni. Questa è l’età che aveva Lia Traverso quando morì in manicomio per una “Grande Febbre”. 34 anni, 12410 giorni: età sufficiente per mettere in piedi una rivoluzione che è rimasta indelebile nella memoria. L’ospedale psichiatrico annienta giorno dopo giorno l’identità di questa giovane ragazza; emotivamente distrutta riversa in un diario tutti i suoi pensieri, la sua rabbia, i suoi istinti attraverso testi e disegni. Giornate scandite dagli stessi ritmi fra lavoro,…
Leggo questa lettera … Spettabile Redazione Forum Salute Mentale,da tempo soffro di depressione maggiore grave, a cui si è aggiunto un disturbo borderline di personalità.Mi permetto di segnalarvi un problema, o meglio un disagio, forse avvertito anche da altri pazienti affetti dal mio stesso disturbo. Si tratta di questo. Quando avviene un fatto efferato di cronaca nera (e questo si verifica oggi purtroppo continuamente), quasi sempre il colpevole viene definito – alla televisione, sui giornali e…
dal sito di Giacomo Doni Tutto cominciò nel 2007. Era una fresca e soleggiata giornata di Marzo quando varcai per la prima volta l’ingresso del manicomio di Imola: l’Osservanza. Una schiera di padiglioni identici, una geometria meticolosa di architettura manicomiale, come se la normalizzazione del comportamento passasse attraverso gli spazi dove i pazienti vivevano. Padiglioni identici, strade identiche. Cielo cemento terra. Cielo cemento terra. In manicomio si perdeva l’identità e respirando quell’atmosfera si percepiva esattamente tutto questo. Ricordo quegli…
Margherita (il nome è di fantasia) è una donna immigrata dall’Africa. Vive in Sardegna con un figlio che cresce da sola, in un piccolo appartamento, strappando l’affitto a uno stipendio precario. Quando perde il lavoro, l’angoscia del quotidiano diventa sempre più pressante: le paure di perdere il permesso di soggiorno, di vedersi sottrarre suo figlio, di essere rimpatriata verso una famiglia che non sente più sua, diventano una presenza costante che si concretizza nelle voci…