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Le preoccupazioni dell’Unasam in emergenza coronavirus di Gisella Trincas, Presidente Unione nazionale delle associazioni per salute mentale Nel giugno dello scorso anno, durante i lavori della Conferenza nazionale per la salute mentale che si è tenuta a Roma in collaborazione con l’Università La Sapienza e la partecipazione di oltre 500 persone e 130 organizzazioni nazionali e locali, abbiamo dibattuto per due giorni sullo stato dei servizi di salute mentale e sulle disuguaglianze territoriali. Sono emerse…

Di Silva Bon, associazione Luna e l’Altra Assaporare la lentezza 1. Da molti giorni sono chiusa in casa, vivo sola e isolata tra le mie quattro mura domestiche. Ho cibo sufficiente per sopravvivere autarchicamente ancora per qualche tempo. Non indeterminato, però. Le prescrizioni comportamentali dettate dal Governo come prevenzione e contrasto alla diffusione della pandemia del coronavirus mi obbligano a una clausura forzata che ha stravolto la mia vita. Le mie abitudini quotidiane, soprattutto la…

adaDi Giada Cola, psicologa, Bergamo

Quindici marzo. Fuori è scoppiata una pandemia che affanna i polmoni e riempie gli obitori di cadaveri. Sono così tanti che non si sa più dove metterli e la gente deve vegliare i propri cari in solitudine. Per strada la gente si accarezza con gli occhi. Curva le labbra sotto le ultime mascherine rimaste. Nel metro che separa gli uni dagli altri c’è un silenzio immobile, carico di gesti di affetto che è meglio tenere per sé ancora un po’.

Intanto il Paese perde i suoi vecchi. Con loro se ne vanno il culto dei morti e le memorie più remote e tenaci, quelle che non hanno bisogno di parole per svelarsi.

Latiano, 28 febbraio 2020 Marco Cavallo è un cavallo vero, in carne e ossa, una figura importante nel manicomio, perché è quello che traina su e giù per i viali il carretto con la biancheria, le stoviglie e gli scarti alimentari della cucina. Si trova lì dal 1959 ed è molto amato dagli internati, perché il cavallo, i gatti, i piccioni sono le uniche presenze con le quali gli internati riescono a immaginare, a fantasticare…

Abbiamo ricevuto l’invito a promuovere questa intervista a Loretta Rossi Stuart che parla della situazione di suo figlio attualmente in carcere. «Giacomo è bipolare – dice ed è ancora ingiustamente in carcere». L’esperienza che Loretta sta vivendo non è unica. Sappiamo con certezza di altre situazioni simili, molte sicuramente meno drammatiche ma non meno significative, che evidenziano quanto si deve fare ancora per garantire percorsi di cura ora possibili dopo la chiusura degli Opg. La…

Di Peppe Dell’Acqua e Silvia D’Autilia Che cos’è salute mentale? Molti si chiedono (e ci chiedono). Pensiamo possa essere utile questa pagina che potete trovare, insieme a tante altre voci, nel Dizionario del lavoro educativo (Carocci, Milano, 2014). Non è semplice e forse neppure possibile dare un’esaustiva definizione di che cosa sia salute mentale, per almeno due ordini di ragioni: in primo luogo perché il benessere mentale è determinato da un ampio ventaglio di fattori…

Un Patto per la Salute Mentale a Genova Di Amedeo Gagliardi, portavoce del Coordinamento per Quarto Di fronte a questi cambiamenti, conviene escogitare novità inimmaginabili, fuori dai quadri desueti che formattano i nostri comportamenti, i nostri media, i nostri progetti annegati nella società dello spettacolo. Troppo spesso vediamo le nostre Istituzioni brillare di una luce simile a quella delle costellazioni che gli astronomi ci dicono morte da molto tempo. Michel Serres In fondo, a pensarci…

…basta rompere lo specchio impazzire è come attraversare lo specchio. nulla cambia, apparentemente sei ancora tu, eppure tutto è alla rovescia, e non sei che l’ombra di te stesso. vorresti tornare in te, di là, nel mondo reale, ma oramai questo è impossibile. dopo un po’, se hai culo, se sei ben curato e assistito, puoi forse smettere di essere un riflesso, ma poichè non puoi più tornare dall’altra parte del vetro, della tua sostanza…

Di Giuliano Scabia [articolo uscito su doppiozero.com] 24 settembre 2019 Ieri notte Claudio è uscito di scena. Così Peppe Dell’Acqua mi comunica che Claudio Misculin è morto. Claudio Misculin. Che entrava in scena con un doppio salto mortale – volando. Claudio che ha fatto della sua complessa vita teatro, e teatro della sua vita. Uscito di scena. Epatite C. Cirrosi. Cancro. Per il libro intitolato La luce di dentro (Titivillus, 2010) ho chiesto a Misculin…

Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti. Questo diceva Claudio, che ha speso tutta la sua vita per allestire mille e mille palcoscenici rincorrendo il suo sogno. Franco Rotelli, vicino a Claudio fin dai primi anni del suo far teatro a San Giovanni e poi in nel mondo: «Solo gli artisti oggi…