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Libri e film

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Di Silva Bon Ho attraversato per anni gli spazi gestiti dal Dipartimento di Salute Mentale di Trieste: Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura; Centri di Salute Mentale; luoghi altri e molteplici di aggregazione e di socializzazione per una crescita individuale con/nella Comunità. Il percorso più lungo, verso la ricerca di un auspicato benessere psico-fisico, lo ho fatto in compagnia di donne, molte donne, che sono diventate amiche solidali, con cui condividere le proprie storie di…

di Agnese Baini. «I selvaggi non hanno fucili. È questo il vero significato dell’essere selvaggi, una condizione che possiamo definire come di dipendenza rispetto allo spazio, così come viceversa si parla del dominio dello spazio da parte dell’esploratore. Il rapporto tra padrone e selvaggio è un rapporto spaziale» J.M. Coetzee, Terre al crepuscolo Chi sei determina in quali spazi tu puoi stare: questo potrebbe benissimo essere un breve riassunto dell’ultimo libro di Wolf Bukowski, La…

Di Amedeo Gagliardi, pedagogista, associazione San Marcellino, Genova Come faccio a continuare a prestare la mia opera come medico, se vengo ucciso come uomo? Con questa domanda posta da Shin-fu, dopo aver assistito alla conquista da parte del nemico della città in cui si trovava il suo ospedale, Franco Basaglia conclude: La maggioranza deviante. Domanda che fa intuire come la rigida divisione del lavoro nella dimensione della cura diventi spesso solo strumento di potere, di oppressione,…

Dove ci portate? Wohin bringt ihr uns? Kam nas peljete? – La deportazione dei pazienti psichiatrici dalla Val Canale e le opzioni italo-tedesche. 1939-1940 (Storia Kappa Vu, Udine 2019, pp. 135, euro 12), a cura di Paolo Ferrari e Kirsten Maria Düsberg Di Silva Bon Senza poter scegliere: questo il destino ineluttabile dei pazienti psichiatrici della Val Canale deportati in Germania. Veniamo agli antefatti. Fra estate e autunno del 1939 si concludono le trattative tra i governi…

Di Benedetto Saraceno Undici brevi riflessioni morali su questioni fondamentali ma anche attuali: la città e le sofferenze individuali e collettive che la attraversano, la salute e i suoi determinanti sociali, i fenomeni migratori e le contraddizioni che portano, la insofferenza per un presente rancoroso e la speranza in un futuro più umano. Il mood del libro è reso a mio parere da due citazioni. Una, dal Diario di Anna Frank: «È un gran miracolo…

carezzaDi Francesca De Carolis

Laszlo, e poi Esa e poi Euro, e poi Flì…storia degli ospiti della “casetta”. Nel racconto di un obiettore di coscienza che ha svolto il servizio civile accudendo “i matti della casetta”.

L’indimenticabile figura di Laszlo, profugo da Zara…«E dov’è?». È la voce di un ferito a morte: «Eh, Zara…è un posto molto lontano».

“La quinta felicità”, un libro ripreso in mano, e nulla accade per caso, alla vigilia delle giornate conclusive della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale.

E bastava un’inutile carezza per capovolgere il mondo. Questo dolcissimo pensiero di Franco Basaglia mi torna in mente ritrovando un vecchio libretto, rimasto lì rintanato su uno scaffale della libreria: La quinta felicità. Sottotitolo: Un anno con i matti della casetta. Autore: Eugenio Azzola (editore Stampa Alternativa).

Ancora non so se ci sia e cosa sia la prima…e se ci sia una seconda, una terza o una quarta felicità. Ma sicuramente c’è n’è una quinta. Ascoltate.

«Devo scendere, la medicina sta facendo effetto. Devo andare! Sta facendo effetto! Ahaa! È la quinta felicità!».

La frase è pronunciata, gridando e ridendo, sull’autobus 17, a Trieste, da un uomo che a giudicare dal suo sguardo e dal suo aspetto avrei giurato che andava dove andavo io, una persona che in qualche modo dà all’autore del libro il benvenuto nel mondo dei “matti della casetta”. Dove Azzola, pacifista, obiettore di coscienza, ha passato il suo anno di servizio civile, accudendo, appunto, i matti che lì vivevano.

L’attenta giornalista Francesca De Carolis ci ha segnalato Vecchi da morire. Anziani in casa di riposo, libro di Silvina Petterino, un’infermiera che ha raccontato cos’è la vita nelle case di riposo, un’autrice che vorremmo e cercheremo di conoscere meglio. Le case di riposo sono luoghi in cui rischiamo di finire tutti. E se cominciassimo a pensare di distruggerle, queste prigioni? E se i vecchi potessero continuare a vivere – e anche a morire – nella…

Pomodori da scartare è un libro bellissimo ma non solo, è anche un dono molto prezioso che le autrici fanno a noi lettori – in particolare ai lettori più giovani. Valentina De Pasca è la scrittrice mentre Brunella Baldi l’illustratrice del volume, uscito a maggio di quest’anno per Edizioni Gruppo Abele. La protagonista è una bambina che ci racconta la vita di Ennio, arrivato a lavorare nell’azienda agricola del padre dopo una vita passata nei…

Di Tobia Bait, studente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Filosofia Dimentichiamo per un attimo la scena del manicomio, delle strutture di cura, della rappresentazione del matto quale figura sociale, e raccogliamoci entro il nucleo delle nostre intime considerazioni, al di là della forma, al di là dell’identità con cui risolviamo il mondo entro figure al servizio del sereno pensiero. Riscopriamo ciò che al fondo ci muove e ci inizia alla strutturazione del significato…

Di Agnese Baini «Raccontarti qualcosa significa credere in te, credere che esisti. Se ti sto raccontando questa storia è perché voglio che esista. Racconto, dunque tu esisti» Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella Tredici canti (12+1) è il primo libro di Anna Marchitelli, pubblicato da Neri Pozza nel 2018. Il libro è una raccolta di tredici biografie ma le storie narrate non sono le storie di persone qualsiasi («e chi scriverebbe un libro su tredici storie qualsiasi?»,…