di Peppe Dell’Acqua
Come sempre accade in queste occasioni, i fatti di Macerata hanno prodotto danni collaterali di cui si finisce per non parlare: hannoferito e offeso centinaia di migliaia di persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale.Le parole follia, malattia mentale, psichiatria, psicosi, borderline hanno occupato i giornali, le radio, le televisioni. Sulle reti poi un vero tzunami.Fatti di sangue feroci e criminali accostati a quelle parole assolvono tutti: la malattia occupa la scena.
La malato di mente, si sa è incomprensibile, è imprevedibile, è pericoloso. Se il ragazzo di Macerata avvolto nel tricolore è un malato di mente è lecito temere che le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale possono fare del male in qualsiasi momento. È lecito prendere distanza.È quanto mai necessario avere paura. È da incoscienti non invocare misure per la sicurezza e la difesa sociale. Gli argini costruiti con fatica per fronteggiare la velenosità dello stigma e del pregiudizio crollano in un baleno sotto il fiume in piena delle parole irresponsabili di tanti commentatori e di troppi politici indegni. Un’ ombra oscura e soffocante cala su tutte le persone che l’esperienza del disturbo mentale la vivono davvero.