Reperti spariti, giudizio ribaltato: in appello Maccioni condannato a 3 anni. In primo grado il primario di anatomia patologica del Santissima Trinità di Cagliari era stato assolto.
Il primario condannato a 3 anni e 3 mesi, pena ridotta ad un anno invece per il tecnico di laboratorio, e diecimila euro di anticipo sul risarcimento alle parti civili. E’ la sentenza d’appello pronunciata nei confronti del primario di anatomia patologica dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Antonello Maccioni, e del tecnico di laboratorio Stefano Esu.
Ribaltato il giudizio di primo grado – così come chiesto dall’accusa – che aveva assolto il primo e condannato il secondo ad un anno e otto mesi. Per Maccioni l’accusa era quella di soppressione di parti di cadavere, frode processuale, favoreggiamento e falso (da cui è stato assolto), nella vicenda della sparizione dei reperti autoptici dell’ambulante quartese Giuseppe Casu, morto nel 2006 dopo sette giorni di ricovero e contenzione nel reparto psichiatrico dell’ospedale. Ridotta ad un anno la condanna di Esu per falso ideologico. Emozionata la figlia del commerciante deceduto, presente in aula. Per quei fatti, sempre in primo grado, il Tribunale di Cagliari aveva assolto dall’accusa di omicidio colposo Giampaolo Turri e Maria Cantone, i due medici del reparto di psichiatria del Santissima Trinità. Anche quella sentenza è stata appellata e attende di essere discussa.
(da l’Unione Sarda, Martedì 30 aprile 2013)