La presidente dell’Asarp è accusata di esercizio abusivo della professione medica
Casamatta, Trincas respinge le accuse
La difesa: ogni paziente seguito dallo psichiatra di fiducia
Un’ora di interrogatorio in Procura per discolparsi dall’accusa di esercizio abusivo della professione medica.
Ha chiesto di essere interrogata, subito, non appena ha saputo di essere indagata per esercizio abusivo della professione medica. Sarebbe voluta andare in Procura a discolparsi il 30 ottobre ma era la festa di San Saturnino, il patrono di Cagliari, ed è slittato tutto a ieri mattina. Gisella Trincas alle 11,30, puntuale, era nell’ufficio del sostituto procuratore Alessandro Pili che coordina l’inchiesta dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni. È stata sentita per quasi un’ora ma non dal magistrato che ha invece delegato un ufficiale di polizia giudiziaria.
Accompagnata dall’avvocato Dario Sarigu, nominato difensore di fiducia insieme a Mario Canessa, la presidente dell’Asarp (associazione per l’attuazione della riforma psichiatrica) ha innanzitutto ascoltato la contestazione formale dell’accusa: «In qualità di presidente dell’Asarp, l’associazione che ha in gestione la Casamatta di Quartu, ha esercitato abusivamente la professione di medico in quanto somministrava, e consentiva che fossero somministrate da personale dipendente privo di abilitazione, psicofarmaci ai pazienti della struttura».
La Trincas ha respinto tutte le accuse attraverso la spiegazione delle modalità con cui vengono somministrati i farmaci nella casa -famiglia fondata diciotto anni fa che nel 1999 ha ottenuto dalla Federazione italiana per il volontariato il premio nazionale della solidarietà.
In sostanza, tutti i pazienti ricoverati volontariamente nella struttura di Quartu sono seguiti da uno psichiatra di riferimento, sono in contatto col loro medio di base e, in caso di emergenza, la Casamatta ricorre alla guardia medica e al 118. Di ogni paziente la struttura custodisce una scheda con l’indicazione dei farmaci prescritti dal medico, gli orari e il dosaggio. Se uno dei ricoverati rifiuta le cure il fatto viene annotato in un quaderno.
Secondo la Trincas l’accusa è legata alle prescrizioni dei medici che indicano un determinato farmaco con precisi dosaggi quando il paziente lo richieda: “al bisogno” sarebbe la formula usata. Ma siccome l’approccio della Casamatta di Quartu è nel senso di limitare il più possibile l’uso dei farmaci, ecco che anche in quel caso c’è sempre uno stretto controllo medico.
La Trincas ha dichiarato che la struttura custodisce una sorta di diario di bordo in cui vengono annotate le consegne infermieristiche e le schede di ogni paziente, tutto insomma è monitorato e avviene sotto il controllo dei medici curanti.
Fin qui la Trincas. Ora il verbale d’interrogatorio sarà visionato dal sostituto Pili. Il problema sarà accertare innanzitutto se realmente si tratta di prescrizioni di farmaci legati “al bisogno” sollecitato dai pazienti (nel capo d’imputazione non si fa alcun riferimento a questa circostanza). E poi bisognerà comunque verificare se si tratta di una prassi legittima. In questo caso l’inchiesta sarà archiviata, al contrario il pm procederà con la citazione diretta dell’indagata davanti al Tribunale monocratico per un reato punito con una pena fino a sei mesi di reclusione e una multa fino a 516 euro.
L’inchiesta sulla Casamatta è stata avviata nel luglio scorso in seguito all’esposto presentato da uno psichiatra del Santissima Trinità che segnalava una serie di irregolarità all’interno della struttura di Quartu, gestita dall’Asarp, dove vengono ricoverati i malati psichici. Da un lato il medico segnalava problemi di tipo amministrativo, dall’altro indicava maltrattamenti dei pazienti attraverso la somministrazione di cibo scaduto. L’esposto andava pure oltre ipotizzando gravissimi fatti legati alle indennità di accompagnamento che la Regione stanzia per i pazienti ricoverato nella struttura di Quartu.
I carabinieri del nucleo antisofisticazioni hanno deciso di andare a controllare e nel mesi di agosto hanno bussato alle porte della Casamatta per acquisire una serie di documenti attraverso i quali capire se le accuse contenute nell’esposto fossero o meno prive di fondamento.
La prima parte della relazione è stata consegnata in Procura agli inizi di ottobre e il sostituto Pili, solo dopo aver letto le carte, ha iscritto la Trincas nel registro degli indagati per esercizio abusivo della professione medica.
Non si sa invece se abbiano avuto un seguito tutte le altre gravissime accuse contenute nell’esposto. Il riserbo istruttorio intorno a una vicenda delicatissima è massimo: l’unica certezza è che nella contestazione formale mossa alla Trincas non c’è alcun riferimento ad altri reati sui quali sembra, però, che l’indagine dei Nas continui.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE
tratto da: L’Unione Sarda 11/11/2009