Un successo così, forse, non se l’aspattavano nemmeno gli autori. Secondi i dati Cinetel, “Roba da matti”, l’ultimo lavoro del regista cagliaritano Enrico Pitzianti, è il quarto film in assoluto per incasso complessivo tra i nuovi usciti in Italia durante il weekend.
“Questo è un traguardo importante per il cinema sardo: il film è appena arrivato nelle sale e siamo riusciti, come piccola casa di produzione indipendente, a compiere un vero miracolo della distribuzione”, commenta il regista Pitzianti, autore di una pellicola toccante, prodotta da Eia Film e interamente girata a Quartu Sant’Elena, che racconta la travagliata vicenda di Casamatta, una residenza socio assistenziale all’avanguardia in Italia che ospita otto persone con disagio mentale.
Una struttura che è nuovamente balzata, proprio oggi, agli onori della cronaca per l’avviso di sfratto ricevuto.
Il pubblico è entrato nelle sale curioso di conoscere la battaglia di Gisella Trincas e delle altre operatrici di Asarp, l’Associazione sarda per la riforma psichiatrica, e i numeri di Cinetel, la società che cura la raccolta degli incassi e delle presenze in un campione di sale cinematografiche di tutta Italia, lo testimoniano.
“Roba da matti” è infatti il quarto film in assoluto per incasso complessivo dei nuovi usciti (con 7.526,40 euro), piazzandosi dopo “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek, “L’altra faccia del diavolo” di William Brent e “10 regole per fare innamorare” di Cristiano Bortone. Il film di Pitzianti si pone, inoltre, al terzo posto per media copia (la classifica stilata in base alle copie in circolazione) ed è il secondo film italiano per incasso e media copia dopo “Magnifica Presenza” di Ozpetek.
Il film nei prossimi giorni farà il giro dell’Isola, poi ad aprile (dopo la conferenza stampa al Teatro Valle Occupato di Roma) giungerà sugli schermi nazionali. Dal 20 al 26 aprile l’uscita a Roma e Milano, prima di proseguire nelle principali città italiane.
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Il merito principale di Pitzianti è stato di “entrare in gioco nel tempo reale”, senza nessuna esitazione, quando un macigno tutto umano si abbatteva sulla Casamatta e di aver scelto di testimoniare “in diretta” le vicende degli ospiti. Così lo spettatore, ricondotto nel 2009, si trova ad essere, a fianco ad una famiglia di otto persone, toccanti nella loro sensibilità e amabili per la commovente tenacia, testimone di fatti incredibili (roba da matti) ma purtroppo tipici, e riproducibili, della nostra Italia.
Così nel Paese di Basaglia e dei Manicomi chiusi da trent’anni il capriccio di un operatore pubblico, uno psichiatra pieno di invidia e rancore verso “i basagliani”, complice il quotidiano del luogo, innesca una bomba. La bomba è carica di menzogne e stupidità (in quella casa si compirebbero irregolarità e violenze), ma i suoi effetti divengono micidiali se maneggiata in un clima fatto di ignoranza e arretratezza culturale. Attraverso le conseguenti peripezie dei personaggi, i magnifici operatori e la prodigiosa famiglia, scopriamo su uno sfondo a tratti grottesco, le pieghe più indecorose e meschine di una diffusa “società del rifiuto”. Il contrappunto poetico ma reale, a cui il regista da splendidamente risalto con il tocco delicato di una cinepresa che interagisce familiarmente, è dato dalla fierezza e dignità dei nostri paladini, armati di una grande maturità affettiva e da una piena consapevolezza dei loro diritti. Alla fine saranno loro a spuntarla e il “casaccio” si sgonfierà come neve al sole (Casamatta è un luogo socio-assistenziale, riproduce una normale situazione familiare, e non può e non deve attenersi alla normativa prevista per le strutture sanitarie). Ma Pitzianti, attraverso la vicenda ci costringe ad interrogarci su quanto ognuno di noi fa, o può ulteriormente fare perché in Italia cresca la cultura dei diritti e del valore della responsabilità (quanta, nel film, quella del medico del Servizio Sanitario Nazionale, del giornalista in cerca di scoop e del Carabiniere dei NAS che del primo avvalora implicitamente le dichiarazioni calunniose?)