Ha fatto tappa anche ad Aversa Marco Cavallo, l’enorme cavallo azzurro in cartapesta simbolo della lotta per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Presente alla manifestazione anche la Cgil Funzione Pubblica di Caserta con il segretario provinciale Umberto Pugliese che spiega: “L’iniziativa ha voluto richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione complessa e drammatica degli Opg, smuovere le coscienze e stimolare una riflessione collettiva. Gli Opg rappresentano un vero e proprio oltraggio alla coscienza civile del nostro Paese, per le condizioni aberranti in cui versano 1.500 nostri concittadini, 350 dei quali potrebbero uscirne fin da ora. Sono circa centosessanta gli internati ad Aversa a 35 anni dall’approvazione della legge sulla chiusura dei manicomi. Vero è che la tappa aversana fa parte di un percorso che da nord a sud sta toccando diversi punti della penisola. L’iniziativa che – spiega Pugliese – è stata organizzata da StopOpg e da diverse associazioni con il sostegno della Cgil Fp mira alla sensibilizzazione sulla questione della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e dell’applicazione della legge 180, con l’apertura dei Centri di Salute Mentale. L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario è istituto inaccettabile per la sua natura, per il suo mandato, per la incongrua legislazione che lo sostiene, per le sue modalità di funzionamento, le sue regole organizzative, la sua gestione. La sua persistenza è frutto di obsolete concezioni della malattia mentale e del sapere psichiatrico, ma soprattutto di una catena di pratiche omissive, mancate assunzioni di responsabilità e inappropriati comportamenti a differenti livelli”.
Pugliese poi aggiunge: “Al VI° Forum salute mentale tenutosi ad Aversa nel gennaio del 2011 sono state denunciate le omissioni e la mancata assunzione di responsabilità da parte di Governo e Regioni, delle Aziende sanitarie locali e di molti Dipartimenti di Salute Mentale. Riteniamo sia improcrastinabile porre fine allo scandalo degli OPG e che sia possibile farlo all’interno dell’attuale normativa. Perché, come afferma la nostra Costituzione, la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.