Gli emendamenti approvati migliorano le norme sul superamento degli OPG. Ora bisogna insistere: le Regioni devono impegnarsi per superare gli OPG senza riprodurre la logica manicomiale che si avrebbe con il proliferare delle Rems (che a questo punto possono e devono diventare quantomeno “residuali”).
Cosa prevedono gli emendamenti:
Le Regioni (tramite le Asl e i loro Servizi di salute mentale) devono presentare, entro giugno 2014, i programmi individualizzati di dimissione dagli Opg, per renderle effettivamente possibili.
× d’ora in avanti la misura di sicurezza provvisoria non può essere disposta in Opg, mentre oggi costituisce una quota rilevante degli internamenti “impropri”.
× Indicazione ai magistrati (anche di sorveglianza) di disporre di norma l’esecuzione di misura di sicurezza alternativa all’internamento in OPG, la sola mancanza di programmi terapeutico riabilitativi individuali o la precarietà dello condizioni di vita non costituisce elemento idoneo a supportare il giudizio di pericolosità sociale: cioè non può esserci internamento perché i servizi sociosanitari non prendono in carico il malato.
× Il baricentro degli interventi per superare gli OPG inizia finalmente a spostarsi sulle “misure alternative” (come prevedono le sentenze della Corte Costituzionale) e sui progetti di cura e riabilitazione per le persone anziché sui miniOpg (le Rems). E perciò un apposito emendamento dispone che le regioni possono modificare i programmi presentati in precedenza (sarebbe meglio dire “devono”): per destinare i finanziamenti alla riqualificazione dei DSM e contenere il numero complessivo di posti letto nelle Rems (con risorse solo per strutture pubbliche). Sono poi previsti corsi di formazione per gli operatori del settore (per i quali però bisogna disporre con chiarezza che non svolgono funzioni di custodia). Inoltre, il rispetto delle impegni per il superamento degli OPG vale come adempimento sul rispetto dei LEA, quindi serve anche per premi e sanzioni. Forse si può tentare di più, magari ponendo anche un termine alle proroghe della misura di sicurezza, causa dei famigerati “ergastoli bianchi”.
× Infine è prevista l’attivazione del Tavolo per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, che relaziona al Parlamento ogni 3 mesi.
Certo sappiamo che resta da modificare il Codice Penale per abolire l’OPG e la logica del “doppio binario”, che separa il destino degli autori di reato “folli” da quello dei “sani”, come accadeva al tempo dei manicomi. Tuttavia, se ora la legge verrà approvata in aula al Senato (e poi alla Camera), potremo pensare che veramente nel 2015 si chiuderanno gli Opg, scandalo per un paese appena civile, senza la loro regionalizzazione (tramite le Rems) e che il numero delle persone internate potrà essere ridotto ad un numero esiguo.
C’è naturalmente un grande lavoro da fare, nel solco della legge 180, per dare forza ai servizi socio sanitari e di salute mentale, non dimenticando la situazione spesso drammatica dei detenuti in carcere. Anche per questo sarebbe utile prevedere la stipula di protocolli di collaborazione Regioni/Magistratura per facilitare l’attuazione delle norme.
p. stopOPG
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice