Robert Castel, come nessun altro in Francia e in Europa, è stato al nostro fianco durante tutta la storia delle lotte per la riforma italiana della psichiatria, per mettere fine agli ospedali psichiatrici nel mondo e per costruire delle alternative reali, e davvero praticate, a ogni forma di esclusione sociale. Ci ha accompagnati innumerevoli volte e in tutti i momenti cruciali di questa storia, a Trieste, in Italia, in Germania, Spagna, Brasile, Argentina, dagli inizi degli anni settanta, con Franco Basaglia, fino allo scorso anno.
Il suo rigore e il suo sguardo acuto di ricercatore, il suo riformismo radicale, la lucidità del suo pensiero critico verso ogni tipo di ideologia, sono stati per tutti noi una guida sicura e un aiuto non rimpiazzabile nella riflessione e nella pratica per la difesa dei diritti delle persone più deboli.
Caro Robert, la dolcezza e l’ironia per le tue difficoltà con l’italiano – “con le lingue sono handicappato”, ripetevi spesso sorridendo – ora ci tornano in mente, nel momento in cui siamo noi a cercare di esprimere nella tua lingua la nostra pena, questo senso di mancanza irreparabile, di nostalgia, che proviamo e proveremo per sempre verso di te. Addio, Robert.
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