Mentre le cooperative sociali dell’Asl di Caserta, co-gestori dei Budget di salute/progetti terapeutico riabilitativi individuali, hanno indetto per lunedì 28 maggio una manifestazione pubblica per la riconsegna delle chiavi dei beni confiscati dove si utilizza la metodologia dei Budget di salute e la chiusura del ristorante pizzeria sociale Nuova Cucina Organizzata, dacchè sono “venute meno le necessarie tutele istituzionali”, sempre nell’Asl di Caserta il Direttore del Dipartimento di salute mentale promulga una delibera in cui stabilisce la chiusura del Centro di salute mentale di Palazzo Orabona ad Aversa ed il suo trasferimento in un padiglione dell’ex ospedale psichiatrico. A seguito di tale delibera, il giorno 6 giugno nel Csm viene indetta una assemblea con le associazioni dei familiari, gli utenti, le cooperative sociali, la cittadinanza, come dice un comunicato “per fronteggiare l’attacco più forte mai sferrato finora alla legge Basaglia”.
A partire dalla mia esperienza di lavoro ad Aversa negli anni 2002-2006, in qualità di Direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl Caserta 2, ritengo utili alcune considerazioni:
– l’apertura nel 2002 del Centro di Salute mentale di Aversa nell’attuale sede di palazzo Orabona, e l’organizzazione di lavoro che qui ha preso avvio, non ha solo significato l’uscita di quel servizio dalla miseria e separatezza della precedente sede sita nello spazio del comprensorio dell’ex manicomio ma è stata momento significativo di riconoscimento e restituzione di dignità alle persone con sofferenza, ai loro famigliari e agli operatori del Csm
– ha permesso che la comunità locale e i cittadini di Aversa entrassero nel Csm, conoscessero il servizio, partecipassero come protagonisti a manifestazioni culturali, feste, incontri di studio…… Per tutti ricordiamo:
1) la festa del luglio del 2003 nel bellissimo giardino del Centro, con la partecipazione di Peppe Servillo a recitare pezzi del libro “Di questa vita menzognera” di Giuseppe Montesano
2) la presentazione del libro “pensa alla salute” nel dicembre 2003, con gli scrittori Braucci, De Silva, Montesano, Parrella, Pascale, Piccolo autori di “racconti di sanità” a loro richiesti d’allora Direttore Generale Franco Rotelli, con la presenza del Presidente Bassolino oltre che di centinaia di cittadini e cittadine di Aversa
– ha aperto collaborazioni e scambi con le associazioni, i gruppi formali ed informali presenti nel territorio. Per tutti ricordiamo:
1) la collaborazione con il Centro territoriale di formazione permanente per adulti con l’istituzione da parte del Provveditorato di un corso per il conseguimento del diploma di licenza media ed elementare, che ancora continua
2) una stagione di presentazione di libri da parte della libreria cittadina “Quarto stato” e di seminari di studio organizzati da associazioni, università, etc…
3) corsi di formazione qualificati per le persone con sofferenza mentale, ma aperti alla comunità, condotti da esperti ed associazioni locali
– ha diminuito lo stigma nei confronti delle persone con sofferenza mentale, favorendo conoscenza e scambi
– ha offerto possibilità di accoglienza diurna e notturna a persone in crisi, diminuendo il carico familiare e dando risposte alla domanda di cura dei cittadini nella comunità e nel mantenimento dei legami con i contesti familiari e sociali
– ha azzerato il ricorso al ricovero nelle cliniche private (nel 2001 il numero di ricoveri in cliniche psichiatriche private dal territorio del Csm di Aversa era di più di 2000 giornate di ricovero) con un importante risparmio di spesa e guadagno per la salute dei cittadini
– ha diminuito in maniera significativa il numero dei Trattamenti sanitari obbligatori
– ha diminuito il ricorso al ricovero nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, nel quale era possibile così affrontare ed abolire la contenzione, prima routinaria
– ha avviato la pratica dei Budget di salute, oggi ratificata da una legge regionale, art. 46 della LR n.1 del 27 gennaio 2012, con il superamento delle residenze a 20 posti letto, cronicizzanti ed escludenti, e l’apertura di piccoli gruppi di convivenza assistiti e l’avvio di pratiche di inserimento lavorativo per persone con problemi di salute mentale
– ha dato inizio a progetti di dimissione di persone provenienti dall’Ospedale psichiatrico giudiziario, pure accolte nei gruppi di convivenza.
Queste pratiche sono poi divenute le pratiche virtuose di tutti i Centri di salute mentale del Dsm della Caserta 2 e sono state portate avanti fino ad ora, divenendo quel Dipartimento punto di riferimento nazionale (vedi il reportage “Vuoti a perdere” della regista Silvia Bacci trasmesso ne “La storia siamo noi” di Minoli).
Per quanto sinteticamente riportato, riteniamo che la messa in discussione dei Budget di salute e la chiusura dell’attuale sede del Centro di salute mentale di Aversa siano atti estremamente gravi e delle stesso segno, che tentano di mettere fine a quella esperienza consolidata di buone pratiche del Dsm della Caserta 2, ai processi di emancipazione e di restituzione di diritti alle persone a rischio di esclusione sociale ed infine al protagonismo nella salute mentale di pezzi della comunità locale.
Pe tale ragione ci auguriamo negli appuntamenti del 28 maggio e del 6 giugno una risposta forte da parte degli operatori, dei cittadini, dei familiari, delle persone con problemi di salute mentale, delle associazioni, delle cooperative che in questi anni hanno reso possibile queste pratiche.
Da ultimo vogliamo sottolineare che non crediamo che quanto messo in campo dall’Asl di Caserta e qui evidenziato, possa essere giustificato dai piani di rientro e dalla situazione di crisi economica, perché abbiamo evidenza, ed è possibile dimostrarlo, come le pratiche della salute mentale e di welfare di comunità che si vuole azzerare non solo rispondono ai bisogni di salute dei cittadini ma anche a criteri di economicità.
Riteniamo piuttosto che si vogliamo indirizzare i soldi verso altri soggetti nel rafforzamento di lobbies di potere legali ed illegali.