di SILVA BON. –
Ho fatto il coming out molti anni fa. Ho trovato il coraggio di buttar fuori una mia esperienza al limite, che fa molta paura e suscita reazioni giudicanti e stigmatizzanti. Questo è successo a Milano per il City Book Festival davanti a una folta platea di gente ignota: presentavo assieme a Dell’Acqua il libro Guarire si può.
In questo libro ho raccontato parte della mia storia di vita vissuta, ma a Milano ho trovato il coraggio di dire quello che pubblicamente non avevo mai detto prima: che sentivo le voci.
Ho scritto e parlato molte volte di come è andato il mio destino difficile, soprattutto in Convegni di psichiatria, ma anche in molte altre situazioni protette.
Sono consapevole che fare dichiarazioni simili può creare moti di esclusione: le persone subito danno un nome, simile ad una diagnosi che cristallizza e blocca ogni altra considerazione. Eppure io ho dichiarato quello che sento, mossa da ragionamenti lucidi e razionali. Si può convivere con le voci.
Io ho attraversato molti momenti estremamente dolorosi, di sofferenza acuta; mi sono messa più volte in situazioni di pericolo mortale. Eppure oggi, dopo tanti anni, ho raggiunto la consapevolezza che sono in grado di affrontare tutti i problemi di una vita normale, pur sentendo le voci. Ogni cosa è ancora difficile, ma io sono più forte e ho più coraggio e determinazione.
Guarire significa anche questo: accettare quello che ci è toccato di vivere.