Carlo Falcone, ingegnere napoletano, fratello amoroso di Luigi, che da anni vive l’esperienza del disturbo mentale, con sua madre Lina e altri familiari napoletani, ha messo in piedi una cooperativa sociale, “Arte, musica e caffè”. Hanno aperto un ristorante, pasticceria, rosticceria, “Sfizzicariello” al centro di Napoli, dove lavorano 10/15 persone che hanno conosciuto e conoscono la malattia mentale. In cucina e nel locale lavorano anche alcune mamme. Tra servire ai tavoli, catering e forniture, l’impresa va avanti bene.
Carlo, la mamma Lina e altri familiari sono diventati instancabili difensori della 180 che riconoscono come la garanzia per i loro “ragazzi” a restare nel contratto sociale.
Quando hanno saputo che, nella seduta del 17/5/12 della Commissione Affari Sociali della Camera, era passato con i voti della Lega e del PDL il disegno di legge Ciccioli, hanno deciso di scrivere al Presidente della Repubblica. La risposta del Presidente non si è fatta attendere. Ecco il testo:
“Roma 26.7.2012 “OGGETTO: Esposto […] in materia di Riforma dell’Assistenza Psichiatrica con la Proposta di Legge “Disposizioni in materia di Assistenza Psichiatrica”
Con riferimento all’esposto […] per quanto di competenza, si forniscono iseguenti elementi informativi.
Premesso che la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nella seduta del 17/5/12 maggio 2012 non ha approvato il Disegno di Legge in oggetto, ma ha solamente deliberato di adottare, quale testo base per il seguito dell’esame, la proposta di testo unificata elaborata dall’On.le Carlo Ciccioli, si fa presente che l’intero impianto della proposta di Legge è, di fatto, già normato da Leggi vigenti e gli orientamenti sono già ampiamente indicati dai Progetti Obiettivo e dalle Linee di Indirizzo Nazionali, nonchè da documenti internazionali (OMS e Commissione Europea) sottoscritti dal nostro Paese.
Le garanzie oggi offerte dalla nostra legislazione in merito all’obbligatorietà delle cure sono considerate, a livello europeo, altamente qualificanti. Introdurre, quindi, meccanismi che diminuiscono la tutela dei diritti dei pazienti e prolungano le durate per motivi di sicurezza personale e sociale, rischia di farci fare passi indietro.”
Tutti gli studi, nazionali e internazionali, dimostrano, in ultimo, che l’efficacia delle cure è direttamente proporzionale all’adesione ad esse”.
Dichiarazioni che confermano che sarà difficile che la 180 venga manomessa. Il problema è un altro e di altro bisognerebbe parlare.