Vallo della Lucania (Salerno), 29 novembre 2011 –
Al Tribunale di Vallo della Lucania, nel pomeriggio, si è svolta la nuova udienza del processo contro i sei medici e i dodici infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, imputati per la contenzione durata ottantatrè ore e per la morte del maestro elementare di Castelnuovo Cilento Francesco Mastrogiovanni, avvenuta la notte del 4 agosto 2009 per edema polmonare in una stanza-cella dell’ospedale di Vallo della Lucania. La precedente udienza, fissata per il 15 novembre, non si era tenuta per lo sciopero degli avvocati.
Solo sette dei diciotto imputati sono presenti e non sarà stato certamente bello sentirsi accusati anche dal consulente dell’Asl Sa3, Prof. Luigi Palmieri, ordinario di Medicina Legale della II Università di Napoli, che senza mezzi termini e con determinazione e chiarezza scientifica li ha accusati di aver praticato una contenzione disumana e assolutamente non necessaria, ricordando che il paziente quando è contenuto – e può essere contenuto solo in casi eccezionali (e tra i casi eccezionali indica il caso in cui non accetti la medicazione) – ha diritto, al massimo ogni dieci ore, a due ore di completa libertà, perché il diritto del cittadino alla libertà non può essere calpestato – per nessun motivo – neanche in una struttura sanitaria. Ha ribadito con forza che il paziente invece di essere contenuto va controllato ogni due tre ore e nella cartella clinica di Mastrogiovanni non è segnato nessun controllo. Solo all’inizio si parla di aggressività verbale da parte del paziente, ma per il prof. Palmieri rientra nella normalità perché non si può togliere al malato il diritto di ribellarsi almeno verbalmente all’oppressione, alla mancanza e alla negazione dell’assistenza sanitaria e – peggio ancora – ad un’ingiusta, immotivata, immotivabile ed animalesca contenzione e quando un avvocato difensore degli imputati, mentendo, ha detto che Mastrogiovanni era agitato e dunque «doveva» essere contenuto, in maniera categorica il prof. Palmieri ha replicato: «Nessuna di quelle frasi giustifica assolutamente la contenzione!», che è sempre e comunque un «atto illecito». La contenzione va applicata nel rispetto della dignità del paziente, con regole precise, tenendo sempre presente la dignità dell’uomo e anche la mancanza di colloquio con un’altra persona è una pratica disumana e gli deve essere consentito di alzarsi, di andare al bagno in quanto la mobilità è un aspetto importante, anche durante la notte – precisa rispondendo ad una domanda di un avvocato difensore che voleva giustificare la contenzione notturna.
Il Prof. Palmieri ha ribadito che dal video risulta che per quattro lunghi giorni a Francesco Mastrogiovanni non è stato dato né da bere né da mangiare. Insomma un maestro elementare che – da parte dei medici e degli infermieri dell’ospedale pubblico «San Luca» di Vallo della Lucania – è stato trattato al di sotto di un animale, con nessuna assistenza sanitaria. Legato e abbandonato in un letto e in chi è disteso il rischio di morte è altissimo, perché la posizione supina – ha spiegato Palmieri – riducendo la ventilazione polmonare, contribuisce ad innalzare il rischio della morte. Per Palmieri, Francesco Mastrogiovanni: «È morto per la contenzione!». Parlare di morte improvvisa non ha senso, non è scientifico. Per il prof. Palmieri non si tratta né di infarto né edema polmonare, perché l’edema polmonare proprio in ospedale può e dev’essere bloccato, in quanto presenta una mortalità ridotta (parla di 40%), ma il prof. Mastrogiovanni è deceduto per una gestione della malattia al di fuori di una corretta assistenza sanitaria, in quanto «Una sedazione così lunga non esiste da nessuna parte» e ad un avvocato degli imputati replica: «Non mi risulta che nel mondo ci siano stati mai pazienti contenuti per 83 ore!». Insomma i medici e gli infermieri del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania hanno conquistato questo triste primato mondiale…
Invece di legarlo, il paziente – che non presenta un solo momento di aggressività e che a detta del prof. Palmieri ha un comportamento sempre lucido – poteva essere bloccato a letto in maniera farmacologica o con le sbarre, senza ricorrere alla barbarie della contenzione, ma a Vallo della Lucania, per pubblica dichiarazione del direttore sanitario Pantaleo Palladino, la contenzione è ritenuta una terapia. La testimonianza e le affermazioni del prof. Palmieri sono state anche una lezione di civiltà e di umanità per il dott. Palladino, per i medici e per gli infermieri e – perché no? – per gli stessi avvocati.
Per il prof. Palmieri sia i medici gli infermieri sono responsabili della morte di Mastrogiovanni: i medici non lo hanno visitato e non visitandolo non gli hanno potuto diagnosticare eventuali cure. I medici erano tenuti a prescrivere la contenzione solo in caso di necessità e limitandola al solo tempo necessario e dando precise disposizioni ai medici e tutto ciò che si fa al malato dev’essere registrato in cartella clinica, ma la cartella clinica di Francesco Mastrogiovanni non contiene nulla di tutto questo. Un avvocato azzarda che il paziente veniva controllato attraverso la telecamera, ma il prof. Palmieri fa presente che negli Stati Uniti d’America quando un paziente è contenuto anche per poche ore viene dotato di un pulsantino al dito attraverso il quale può chiamare in qualsiasi momento gli infermieri per essere sciolto per qualsiasi necessità e poi la telecamera ha documentato «quello che è stato fatto, ovvero non è stato fatto al Mastrogiovanni».
Il prof. Palmieri ha anche ricordato che nella mattinata del 3 agosto i valori sanitari di Mastrogiovanni risultavano alterati e a leggere bene i dati risultava in atto un infarto da due-tre ore e se i medici fossero intervenuti lo avrebbero salvato, ma non hanno eseguito nessuno accertamento, e conclude la sua lunga e attenta escussione, che è durata due ore, con la certezza: «Se la condotta dei sanitari fosse stata corretta il paziente poteva essere ancora oggi vivo!».
Dopo ha deposto l’infermiere Adriano Cirillo, che venne chiamato alle ore 8 della mattina del 4 agosto, quando Mastrogiovanni era ormai deceduto da sei ore, ad eseguire un elettrocardiogramma. Un elettrocardiogramma su un morto?! Nell’ospedale di Vallo della Lucania succede anche questo… Cirillo si è limitato a dire che appena vide Mastrogiovanni capì subito ad occhio nudo che era morto e l’elettrocardiogramma servì solo a confermarlo.
Anche se c’è stato il tentativo degli avvocati degli imputati di far fissare la prossima udienza nel 2012, il presidente del Tribunale dott.ssa Elisabetta Garzo l’ha fissata per martedì 13 dicembre 2011, sempre alle ore 14 e saranno convocati i testi indicati dagli avvocati Bellucci, Conte e Avallone.
(G.G.)
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano
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