«NON MI PORTATE A VALLO PERCHE’ LA’ MI AMMAZZANO!» la deposizione della sig Licia Mustoal Tribunale di Vallo della Lucania, 18 giugno 2011
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Inoltre domattina, 20 ottobre, su RAI DUE alla trasmissione I FATTI VOSTRI, in onda a partire dalle ore 11, si parla del Caso Mastrogiovanni. Intervengono Luigi Pastore, giornalista e Grazia Serra, nipote di Mastrogiovanni.
Puntuale come sempre la nuova udienza del processo contro i sei medici e i dodici infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, responsabili della contenzione durata ottantadue ore e della morte del maestro elementare di Castelnuovo Cilento Francesco Mastrogiovanni, avvenuta la notte del 4 agosto 2009 per edema polmonare acuto.
Il primo teste chiamato a deporre è stato un paziente del reparto, che ha confermato di essere stato ricoverato innumerevoli volte e di essere stato sempre legato a mani e piedi e contenuto anche per tre giorni ed erano i medici a farlo «quando lo ritenevano necessario ed opportuno», precisa il paziente. E gli davano da mangiare tenendolo legato. «Sono stato imboccato. Nessuno è rimasto mai soddisfatto dall’alimentazione». Quando poi i difensori dei medici e degli infermieri hanno insistito per sapere la durata precisa delle varie contenzioni, giustamente il testimone-paziente ha replicato domandando: «Ma se ero legato mani e piedi come potevo guardare l’orologio?».
Subito dopo è stata chiamata la signora Licia Musto, la proprietaria del campeggio Costa del Cilento di Marina Piccola di Mezzatorre, nel Comune di San Mauro Cilento, dove Francesco Mastrogiovanni trascorreva le sue vacanze. «Non mi portate a Vallo perché là mi ammazzano!». La frase – che poi si è rivelata un funesto presagio – è riecheggiata tre volte nell’aula del Tribunale di Vallo della Lucania. L’ha ricordata la sig.ra Licia Musto, al termine della deposizione come teste designata dai legali della famiglia Mastrogiovanni. Rispondendo alle domande dell’avvocatessa Caterina Mastrogiovanni, ha fornito notizie sulle ultime settimane di vita di Francesco Mastrogiovanni, conosciuto per la prima volta all’inizio del mese di luglio. E’ chiara e precisa nel riferire sullo stato mentale di Mastrogiovanni. «Tutto il mese di luglio ha frequentato il villaggio. Veniva di mattina, tutte le mattine, qualche volta anche di sera, a cena. Faceva colazione, parlava, giocava con i bambini, anche con la bambina di mia sorella. Leggeva il giornale e libri ed è stato sempre calmo. Faceva amicizia con tutti. Era tranquillo, una persona squisita».
Continua a raccontare: «La mattina del 31 luglio 2009 sono arrivata sulla spiaggia verso le 9,00 e ho visto che stava succedendo qualcosa di strano: il sig. Mastrogiovanni si spostava nel mare e diceva: “Non mi prenderete, non mi prenderete!”. C’erano i carabinieri, i vigili urbani. Il villaggio era sotto assedio. Intorno alle 12 è uscito spontaneamente dall’acqua ed è stato sedato. E’ stato sedato relativamente perché ha fatto la doccia». A domanda del legale ha risposto la sig. Musto ha precisato che sulla spiaggia c’era una dottoressa, che il sig. Mastrogiovanni non è stato assolutamente visitato e che non ha proferito minacce né volgarità e lei ha assistito a tutta l’operazione. Dopo la doccia è salito spontaneamente sull’ambulanza, ma prima ha proferito quella frase che è rimasta inascoltata, che è stata udita certamente anche dai carabinieri, i quali però non l’hanno verbalizzata nel loro rapporto. Per il P.M. dr. Renato Martuscelli la sua deposizione è ininfluente, perché il processo in corso riguarda i medici e gli infermieri e non l’esecuzione del TSO, annunciando che ha chiesto l’archiviazione della denunzia del Comitato Verità e Giustizia per Mastrogiovanni. A questo punto si è avuto un acceso botta e risposta tra il pubblico ministero e l’avvocatessa Mastrogiovanni. L’avvocatessa Caterina Mastrogiovanni ha immediatamente replicato al pubblico ministero affermando: «La rilevanza della deposizione della sig.ra Musto sarà valutata dal Presidente. E contro la richiesta di archiviazione è stata presentato atto di opposizione».
L’udienza si è conclusa con la lunga e attenta deposizione del medico legale lucano, dott. Ludovico Di Stasio, docente in pensione di anatomia all’Università della Basilicata, esperto di edema polmonare. A domanda dell’avvocatessa Mastrogiovanni se la contenzione fosse una terapia ha risposto: «Quanto mai! Quanto mai! La contenzione non è mai una terapia. Con i farmaci che ci sono oggi si possono ottenere risultati che rendono inutile la contenzione!». Ha elogiato la perizia redatta dai medici dott. Adamo Maiese e Giuseppe Ortano.
«Dottore, il direttore sanitario dell’ospedale di Vallo afferma che il TSO è contenzione», domanda l’avvocatessa Caterina Mastrogiovanni. Il consulente risponde con convinzione: «Non credo che un direttore sanitario possa dire questa cosa!». Il medico legale designato è categorico anche quando ha risposto alle domande sull’edema polmonare, precisando i vari tipi di edema polmonare e le modalità di intervento. «Il paziente è morto per edema polmonare acuto. L’edema polmonare acuto è una sindrome gravissima che procede quasi sempre verso la morte». Il dr, Di Stasio, nel prosieguo della deposizione, ha affermato: «Non è stato fatto nulla per evitare la morte per edema polmonare», «C’è nesso causale tra contenzione ed edema polmonare».
«C’è nesso causale tra comportamento medico e morte di Francesco Mastrogiovanni?» domanda l’avv. Mastrogiovanni. Il medico legale ammette: «Purtroppo per un medico è doloroso dirlo: c’è nesso causale!».
La prossima udienza è fissata per le ore 14 del 15 novembre 2011 nel corso della quale, saranno sentiti il consulente dell’ASL, costituitasi parte civile, dr. Palmieri e due testi designati dai legali degli imputati.
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano
Per ulteriori informazioni, si può telefonare a
- Vincenzo Serra 0974.2662
- Giuseppe Galzerano 0974.62028
- Giuseppe Tarallo 0974.963040
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