La risoluzione approvata dal Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è una nuova tappa del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il traguardo non è stato certo raggiunto.
La risoluzione impegna il Governo a compiere alcuni atti verso gli OPG, che sono però dichiaratamente “transitori”, in attesa della loro chiusura definitiva. L’impegno a migliorare la vita interna negli OPG è certo auspicabile viste le vergognose condizioni, ma non risolve la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini, internati negli ultimi residui manicomiali.
Vengono poi previste convenzioni tra il Governo e le regioni sedi di OPG per la creazione di nuove strutture. E’ indispensabile precisare di cosa si tratta, e delimitare bene questa operazione (transitorietà, durata e modalità), per evitare di aprire, al posto degli OPG, gli OP, i nuovi Ospedali Psichiatrici (senza più la G). Dove, al posto della polizia penitenziaria, il personale sanitario sarebbe impegnato non solo a curare ma a custodire gli internati, come accadeva nei vecchi manicomi (oltretutto a costi elevati).
Infine, è importante dare corso all’impegno assunto dal Senato per avviare anche un percorso di modifiche legislative, per superare l’istituto giuridico dell’OPG. Per questo STOP OPG continua la mobilitazione, verso il Governo e verso Regioni, ASL e Dipartimenti di Salute Mentale, e Comuni: responsabili di organizzare la presa in carico delle persone internate, per curarle e assisterle nel territorio di residenza, come prevedono le norme e indicano le ripetute sentenze della Corte Costituzionale. Come fu deciso per i manicomi, gli OPG vanno aboliti e le persone curate e assistite. Per garantire davvero a tutti i cittadini, senza distinzione, i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.