Un drago che mangia il cuore e brucia l’anima. Un cavallo azzurro di nome Marco, simbolo della libertà che ha sfondato le mura dei manicomi. Nasce da un incontro tra Marco Cavallo e il Drago – costruito dagli internati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino – il dialogo che è stato letto da Ida Di Benedetto e l’assemblea triestina di “Impazzire si può 2011”. Scritto da Peppe Dell’Acqua, Angela Pianca e Luciano Comida (recentemente scomparso) racconta delle condizioni disumane in cui vivono gli internati degli Opg in Italia. Marco Cavallo si rivolge agli internati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino.
Dice Ida Di Benedetto: “Quando ho letto il testo ho capito che bastano dieci minuti per decretare la vita di un essere umano. Invece bisognerebbe dare attenzione alla persona capire perché ha compiuto quegli atti. Io credo nel recupero, lì non si recupera niente, si butta tutto la persona e la malattia. La rivoluzione di Basaglia serve a questo, il simbolo della libertà di Marco Cavallo è molto poetica, ma da questo bisogna anche fare delle denunce fortissime”.