ci rivolgiamo a voi per rilanciare un progetto che ci sta molto a cuore ma che ha bisogno di una maggiore condivisione e partecipazione per mantenersi in vita: il Festival dei Matti, nato a Venezia nel 2009, che quest’anno giunge nell’autunno di quest’anno alla sua terza edizione.
Il Festival ha preso le mosse dalla constatazione che di salute mentale si parla ancora troppo poco, per di più in luoghi e linguaggi che chiudono l’accesso ai problemi, riproducono muri, separano anziché creare ponti e vera cittadinanza a coloro che vivono direttamente o indirettamente l’esperienza della sofferenza mentale.
Il festival ha voluto rompere le righe. Stare fuori. Dai gerghi tecnici, dai contesti riservati agli addetti ai lavori, dalle appartenenze strette, dai servizi. In questo ci sentiamo figli legittimi del Forum di Salute Mentale, del suo essere una piattaforma aperta di discussione e confronto. E delle sue battaglie: per impedire che la sofferenza mentale significhi ancora perdita di diritti, esplulsione o reclusione, destini segnati; per consentire a sempre più persone di riaversi, di guarire ed essere protagoniste della propria vita sottraendosi a luoghi comuni, pregiudizi, ideologie riduttive e pratiche riduttive, fuorvianti, saperi labili e incapaci di riconoscere, nella propria precarietà, la propria più importante risorsa.
Ci siamo inventati questa iniziativa per costruire un luogo di socializzazione dei saperi, di convergenza di esperienze e linguaggi che s’interrogano sul senso di un’esperienza umana che tutti ci riguarda.
Abbiamo interpellato persone che hanno vissuto l’esperienza e persone l’hanno soltanto lambita, cittadini comuni e personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, intellettuali, giornalisti, registi, filosofi, artisti disposti a di parlare del proprio rapporto con la sofferenza e la salute mentale. E la risposta è stata sorprendente in termini di partecipazione e interesse, convincendoci del fatto che è possibile, attraverso questa formula, togliere l’alone di pesantezza che solitamente avvolge questi temi senza tuttavia eluderne complessità e serietà. Come ha detto Rotelli nell’incontro inaugurale ( 9 ottobre 2009) tutti siamo attratti dall’idea di poter essere “matti” se questo significa sottrarci a pensieri e comportamenti scontati, alla prigionia delle regole, alla possibilità di far valere la nostra unicità contro una normalità angusta, omologante e che toglie il respiro. Ma nessuno è disposto a pagare il dazio che invece paga- e smisuratamente- chi non sceglie di fare il matto ma lo diventa senza sceglierlo. Il Festival vuole riportare nelle piazze una riflessione su questo dazio, sulla responsabilità privata e collettiva nell’imporlo, sulle strategie che possono rimuoverlo fuori da una concezione di normalità che a ben guardare taglia fuori la più parte di noi.
Il nostro sogno è di far crescere il Festival fino a farne in un’opportunità di formazione e di lavoro per persone con sofferenza mentale coinvolgendole stabilmente nella produzione del Festival: ciò per contribuire concretamente a cambiare le cose anche sul nostro territorio.
Vi chiediamo sostegno e vicinanza, aiuto concreto per sostenere quest’impresa che siamo troppo pochi a portare avanti. Abbiamo bisogno di rifare squadra: dilatare il progetto, moltiplicare contatti, raccogliere presenze, cercare risorse.
Se pensate che ne valga la pena.
Anna Poma 338 8603921
Laura Barozzi 3388962711
Per sottoscrizioni: conto corrente bancario n°10/010010612, Bcc Marcon-Venezia soc.coop,
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