La proposta dai partecipanti alla tavola rotonda “Welfare locale come antidoto all’istituzione totale”, 6° Forum Salute Mentale, Aversa, 14 gennaio 2011
Testa leggera… pensieri pesanti… Sogni giganti
Più grandi di me… Più piccoli del Mondo… La mia testa balla…
E nei miei pensieri i miei amici fanno il girotondo… Crolla il Mondo…
Il mio mondo interiore… provo rancore… tanto rancore…
Rancore per ciò che sono stato… Ma ora sono rinato…
In me c’è molta innocenza… Speranza… Perseveranza….
Ed i miei pensieri volano per la mia stanza… Li vedo… Li afferro…
Alcuni mi fuggono… Ma un giorno li raggiungerò… e nuovamente rinascerò…
Per essere un uomo migliore… Ma chissà cosa significa essere migliori….
Visto che al Mondo siamo tutti degli attori….
Alcuni senza morale… Chissà se io sono normale…
Non lo sapremo mai perché secondo me la normalità è solamente formalità.
Marco (Muggia – Trieste)
Le pratiche di istituzionalizzazione, comunque realizzate, rappresentano una risposta inutile e dannosa per i soggetti coinvolti e per le comunità.
I muri esterni devono essere abbattuti, le porte interne sempre aperte.
Gli OPG devono essere chiusi, per quello che questi luoghi sono stati e sono, hanno rappresentato e rappresentano.
Rinchiudere una persona è il fallimento di ogni sistema di Welfare nella sua stessa essenza, non garantendo benessere, inclusione, opportunità.
CREDIAMO nel Welfare delle comunità, che garantisce partecipazione e sussidiarietà orizzontale, che incontra e si arricchisce delle differenze, che riconosce le sofferenze come possibilità trasformazionali della vita stessa.
Queste peculiarità diventano dirimenti nel campo della salute mentale per tutti.
ABBIAMO SPERIMENTATO, in tutt’Italia, da Sud a Nord, da Nord a Sud, con le donne e con gli uomini, prassi di liberazione concrete, possibili ed economicamente vantaggiose.
Prassi che partono dalla centralità della persona e delle relazioni.
Prassi che dimostrano la possibilità e la fattività della co-programmazione, della co-gestione e della verifica delle azioni prodotte.
Prassi che promuovono l’economia sociale.
Prassi che superano le divisioni disciplinari e contrastano i dispositivi d’internamento.
Prassi che producono pensieri.
Prassi che restituiscono le persone all’esserci ed alla contrattualità sociale.
Prassi che determinano la garanzia dei diritti.
Prassi mai chiuse, necessariamente aperte