Si registra il primo suicidio del 2011 nelle carceri campane. Si è tolto la vita, ieri pomeriggio, un internato nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. La struttura ospita attualmente circa 300 internati, persone sofferenti psichici, autori di reati e condannati ad una misura di sicurezza. Secondo l’Osservatorio dell’Associazione Antigone Campania, l’uomo, Massimo B. , del 1979 si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella. “E’ triste costatare – ha dichiarato Dario Stefano Dell’Aquila, portavoce di Antigone Campania,  che un sofferente psichico, che ha fatto il suo ingresso in Opg a luglio dello scorso anno, sottoposto a misura di sicurezza provvisoria per reati non di particolare gravità, trovi la morte, dopo nemmeno sei mesi in una struttura in cui dovrebbe ricevere, in teoria,  una adeguata assistenza sanitaria”

“Pur ammettendo tutti i limiti dovuti alla esiguità di risorse, – ha proseguito il portavoce dell’associazione – rimane inspiegabile che una persona sottoposta ad un doppio regime di sorveglianza, sanitario e penitenziario, abbia modo di togliersi la vita senza, in pieno pomeriggio, senza che nessuno se ne accorga” 

“Lo spirito della riforma della sanità penitenziaria, ha concluso Dell’Aquila , era quello di superare la logica manicomiale e avviare un processo di sostanziale trasformazione di questi luoghi. Ad oggi costatiamo che vi è una distanza enorme tra la realtà degradante di questi luoghi e le nostre aspettative.” 

Napoli, 5 gennaio 2011 Ufficio Stampa Antigone Campania

info 3287351569

C’è la bellezza e ci sono gli oppressi. Per quanto difficile possa >essere, io vorrei essere fedele ad entrambi Albert Camus (1953)

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