Il Leonardo Bianchi occupato: prosegue lo stato di agitazione del comitato Il welfare non è un lusso non solo per la vertenza Asl Napoli 1 Centro ma anche in difesa del lavoro sociale e della legge 180.
L’Asl non paga oltre 300 operatori socio-sanitari da 17 mesi, lasciando senza cure oltre 900 utenti. Tutti i servizi per sofferenti psichici e malati di Alzheimer ma anche disabili, anziani e tossicodipendenti, sono stati interrotti, mentre ad oggi nessuna risposta è arrivata dal commissario straordinario della Asl Napoli 1 Centro Achille Coppola.
Coppola si era impegnato a tutelare il lavoro delle organizzazioni sociali messo a rischio dai ritardi di della Asl, invece, non solo non ha firmato le lettere di certificazione del credito ma ha anche deciso di concedere una proroga dei servizi di appena 40 giorni, impedendo, di fatto, alle cooperative di mantenere gli attuali livelli occupazionali.
Come in un tragico gioco dell’oca siamo oggi ritornati nella casella di partenza. Adesso occupiamo l’ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi non per asserragliarci dentro ma per riaprire nuovamente la struttura alla città ricordando a tutti da dove si era partiti e come vada sprecato lo straordinario patrimonio di servizi che si era costruito in questi anni. Andrà persa un’idea di sanità, di salute e di prendersi cura delle persone realizzata in questi quindici anni.
Senza considerare il risparmio di risorse pubbliche che grazie al terzo settore è stato possibile. I costi attuali di gestione in integrazione con la cooperazione sociale sono di circa 16 euro al giorno a utente per i servizi residenziali e semiresidenziali, a fronte delle centinaia di euro quotidiane che il pubblico spenderebbe ricoverando i pazienti.
Gli utenti, soprattutto quelli della salute mentale, ritorneranno in parte nelle proprie famiglie d’origine, che si ritroveranno nuovamente sole; altri verranno abbandonati a se stessi; altri ancora ritorneranno a ricevere risposte solo medicalizzanti. Ma sarà forse meglio riaprire i manicomi? L’occupazione del Bianchi è ancora in corso e proseguirà finché l’Asl non manifesterà esplicitamente la sua volontà di investire seriamente nei 46 servizi socio-sanitari della città.
Sergio D’Angelo
Comitato welfare