Lo sostengono le associazioni. E Gineba prepara il monumento ispirandosi al Marco Cavallo
Il bozzetto del Marco Cavallo presentato all’assessore Maione La salute mentale passa attraverso la condivisione. È ciò che è emerso ieri all’Auditorium San Barnaba nel corso dell’incontro organizzato dalle associazioni che si occupano di salute mentale. I promotori – Comitato Parco Basaglia, Forum della Salute Mentale, Alleanza per la Salute Mentale, gruppi di Auto Mutuo Aiuto (Ama) e Cgil – dopo aver ripercorso le tappe che il 13 maggio scorso hanno condotto all’intitolazione del parco di viale Duca degli Abruzzi a Franco Basaglia, si sono soffermati sulle urgenze di una condizione, quella dei malati psichici, ancora male affrontata.
Nel prossimo futuro il Parco Basaglia avrà la sua statua commemorativa, «un Marco Cavallo di quattro metri che dovrà ricordare a tutti la condizione di vita di chi negli ex manicomi ha vissuto», ricorda Claudio Capretti del Comitato Parco Basaglia. L’opera verrà realizzata dallo scultore bresciano Gianpietro Abeni, conosciuto come Gineba, che si è reso disponibile «solo se alla creazione della statua in bronzo parteciperanno anche gli utenti dei Cps e dei centri diurni cittadini».
Proprio per questa collaborazione attiva da parte dei malati psichici, il responsabile del Dipartimento di Salute Mentale di Brescia Emilio Sacchetti, ha dato il suo benestare al progetto. Mancano solo i finanziamenti per realizzarlo. Approfittando della presenza al San Barnaba dell’assessore ai servizi sociali del Comune, Giorgio Maione, il presidente dell’Alleanza per la salute Mentale Carlo Colosini ha illustrato le difficoltà e le urgenze della malattia mentale. «Molte strutture – Cps e centri diurni – hanno orari troppo ristretti (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17) e lasciano gli utenti in balìa di se stessi e della propria solitudine per tutto il fine settimana – lamenta Colosini -. Inoltre, c’è mancanza di strutture abitative a bassa protezione, il che costringe certi malati a rimanere all’interno delle strutture sanitarie per molto più tempo del necessario. Anche la neuropsichiatria infantile dovrebbe creare un contatto con il reparto di psichiatria così da prevenire l’insorgere di eventuali malattie mentali nei più piccoli».
(da Bresciaoggi.it)