In questi giorni, è in discussione alla Camera, una proposta di legge presentata dal deputato del Pdl Carlo Ciccioli, vicepresidente della Commissione affari sociali della Camera, ha fatto parte delle organizzazioni giovanili e universitarie Fronte della Giovntù e Fuan. Nel 1970 entra a far parte della Direzione Nazionale del Movimento Sociale. Nel 1984 diventa Segretario Provinciale di Ancona e nel 1990 entra nella Segreteria Nazionale come Responsabile del settore Politiche Sociali.
Nel 1994 a Fiuggi è tra i fondatori di Allenaza Nazionale.
La proposta di legge in discussione alla Camera, dovrebbe andare al voto a Settembre, e ha l’obiettivo di rivoluzionare la legge Basaglia, una legge unica al mondo – la 180 – che ci è invidiata da tutti all’estero. Infatti, psichiatri spagnoli, olandesi, francesi, ci chiedono come siamo riusciti in Italia a fare una legge così avanzata.
Si pensi che nella prima Repubblica, i ministri della Sanità democristiani o liberali, mentre in Italia assecondavano i lamenti di alcune famiglie che volevano cambiare la legge, quando si recavano all’estero, erano costretti ad ascoltare i colleghi ministri che si complimentavano per la qualità della legge italiana.
Possediamo quindi un “gioiello normativo” quale è la legge 180, frutto di una storia eccezionale quale è quella di Franco Basaglia, e c’è qualcuno, come l’ onorevole Ciccioli della destra con la più antica (e tragica) storia autoritaria nella politica italiana, che presenta una proposta di legge che vuole “andare oltre” la legge 180.
In commissione, esistono ben sette proposte sul medesimo argomento (già qualche anno fa il Senatore Guzzanti si era fatto promotore del cambiamento della legge Basaglia), quella su cui punta il Pdl è proprio la proposta di Ciccioli, che è stata firmata anche dal presidente della commissione Giuseppe Palumbo e il deputato Umberto Scapagnini, il medico di Berlusconi.
La novità starebbe nel tentativo di “eliminare” il disagio psichico attraverso il Trattamento Sanitario Obbligatorio, che passa da sette giorni a trenta, con la possibilità di “Tsop” (trattamento sanitario obbligatorio prolungato), si tratta di ricovero forzato per pazienti che secondo gli psichiatri, hanno bisogno di un lungo periodo di cure. Ma il Tsop, da sei mesi, può essere ulteriormente rinnovato, dietro decisione del Sindaco, con l’assenso del giudice tutelare.
Il trattamento obbligatorio, serve a imporre al paziente la cura che lo dovrebbe portare se non alla guarigione, al “contenimento”, con ulteriore possibilità di vincolare il paziente al rispetto di principi terapeutici quali l’accettazione delle cure, la permanenza in “comunità accreditate (cioè private) per prevenire le ricadute”.
Ma il clou della proposta di legge, è che durante il ricovero coatto, il paziente accetti di firmare un “contratto terapeutico vincolante”. Contratto che secondo l’illuminato Ciccioli, sarebbe come il “contratto di Ulisse”, che egli cita nella sua proposta. Cioè, il paziente (proprio come Ulisse che si fa legare all’albero della nave nell’ episodio delle sirene), “decide” di seguire le cure che vengono imposte dallo psichiatra, anche qualora cambiasse idea. In tal caso non ci sarebbe nulla da fare, il programma andrebbe avanti inesorabilmente. Perchè, sempre secondo Ciccioli, i malati psichiatrici, entrano ed escono dall’ospedale a loro piacimento, e la gestione ricade interamente sulle spalle delle famiglie. Oppure, se una famiglia non ce l’hanno, “diventano barboni”.
Roba da matti, è proprio il caso di dirlo. Se la proposta dovesse essere approvata, determinerebbe scenari spaventosi, ritornerebbe il paradigma dell’internamento a vita per motivi psichiatrici, consentirebbe di effettuare trattamenti sanitari obbligatori nelle abitazioni dei familiari o anche all’interno di strutture private, che diverrebbero così vere e proprie “carceri private”. Sarebbe una logica conseguenza il perseguimento del proprio interesse da parte del proprietario della struttura, tenere la persona internata a vita.
Si sono mobilitati molti operatori e associazioni contro questa “folle” proposta, al fine di contrastarla, è stata chiesta un’audizione parlamentare che però non è stata concessa. La presidente dell’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam), Gisella Trincas, risponde all’ onorevole del Pdl Carlo Ciccioli, che
“il trattamento sanitario obbligatorio non va bene, punto e basta”, sarebbe da eliminare, figuriamoci allungarne la durata, fino a farlo diventare la norma, che in realtà dovrebbe essere quella del “trattamento sanitario volontario”, che non preveda obblighi e e costrizione.
Aggiunge la Trinca: le persone devono poter partecipare al loro progetto di cura, il Trattamento sanitario obbligatorio prolungato rappresenta una cosa “priva di senso”, al contrario è necessario un “intervento personalizzato adeguato”, che implica “l’investire in risorse umane e finanziarie adeguate”, per costruire un percorso in grado di dare alla persona le risposte di cui ha bisogno rispetto alla malattia.
Il Trattamento sanitario obbligatorio è in realtà un tentativo di “controllo”, conclude la rappresentante delle associazioni familiari.
Quello che si sta cercando di fare con questa proposta di legge degna dell’oscurantismo medioevale, che falcia tutte le conquiste sui diritti umani, faticosamente ottenute, è di ri-spostare la psichiatria sul versante del controllo, della reclusione di ciò che è scomodo, e perchè no, di farne un grande busines di cliniche accreditate, è il mercato bellezza.
di Loredana Biffo
(da Nuova Società.it)