Per il segretario generale dei medici della Cgil il problema vero è quello dell’assistenza psichiatrica e delle famiglie che si sentono abbandonate. “Ma non è necessario cambiare la legge, occorrono solo più risorse e più servizi”
ROMA – Sono tre le questioni principali alla base del dibattito di questi giorni sulla modifica della legge 180 per Massimo Cozza, psichiatra e segretario della Cgil Medici, intervenuto ieri mattina all’incontro “Cosa (non) serve oggi alla salute mentale”, che si è tenuto presso la Sala degli Atti parlamentari di Palazzo Minerva ed è stato organizzato da numerose organizzazioni del Terzo settore e non solo, tra cui alcune delle principali associazioni che si occupano di questo tema nel nostro paese: Aresam, Cgil, Fondazione Franco e Franca Basaglia, Forum Salute mentale, Fp Cgil, Legacoopsociali, Legambiente, Sos Sanità e Unasam. Tre questioni, dunque, che per il rappresentante della Cgil spostano l’intero dibattito sul terreno “dell’ideologia e della politica perché in realtà non vi è nessun bisogno di modificare la legge”.
La prima questione è quella della presunta “pericolosità sociale” che imporrebbe “una risposta alle famiglie e agli stessi pazienti”. “Si tratta di una falsità – ha detto Cozza -. Le persone con disagio psichico compiono gli stessi reati delle altre persone, e ne è prova il fatto che la chiusura dei manicomi non ha portato alcun aumento della criminalità, mentre lì dove, come negli Stati Uniti, i manicomi sono tanti, ci sono anche tanti delitti”. Il secondo punto è quello del Trattamento sanitario obbligatorio prolungato previsto dal disegno di legge firmato Ciccioli, attualmente all’esame della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. “La legge 180 – ha proseguito il segretario generale dei medici della Cgil – prevede già la possibilità di prolungare il Tso, che può essere rinnovato”.
Il terzo è, invece, un “problema vero”. “È il problema – ha sottolineato Cozza – dell’assistenza psichiatrica e delle famiglie che si sentono abbandonate”. Ma si tratta di un problema che “può essere risolto attraverso più risorse e più servizi”. “La legge 180 – ha detto ancora – è una legge di principi”, una legge peraltro “in linea con il federalismo fiscale vigente e con quello che si pensa di fare”. Insomma, conclude lo psichiatra, “il problema se cambiare o meno la legge 180 è un falso problema, è un problema di ideologia”. (ap)
(11 giugno 2010)
1 Comment
Mi auguro che l’ideologia resti il più possibile al di fuori di questi problemi: il disagio psichico non ammette distinzioni partitiche.
Essegi