L’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale stigmatizza il convegno sull’assistenza psichiatrica che si terrà il prossimo 9 giugno. “Si parla di non meglio precisate associazioni di famigliari, ma noi non siamo stati convocati”
ROMA – Alla vigilia del convegno organizzato dall’Aisp-Med (Associazioni italiana psichiatri) sul superamento della legge 180, l’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam) interviene per dire che la legge Basaglia non si tocca. Con una lettera aperta al presidente della Camera, Gianfranco Fini, al ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, al presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Giuseppe Palombo, e a tutti gli altri componenti della Commissione, la Federazione – che raccoglie oltre160 associazioni di famigliari su tutto il territorio italiano – ha espresso la più “ferma opposizione” alla proposta di legge Ciccioli, attualmente in discussione presso la Commissione Affari sociali della Camera. Di quella proposta di legge, che vede come primo firmatario appunto l’onorevole Carlo Ciccioli del Pdl, l’Unasam contesta soprattutto il riferimento al “trattamento obbligatorio prolungato che oltre ad essere gravemente dannoso per le persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale, produrrebbe esclusivamente il trasferimento di ingenti risorse finanziarie alle cliniche private, sottraendo risorse fondamentali per il buon funzionamento del servizio pubblico di salute mentale che invece andrebbe difeso e rafforzato”.
“Consideriamo quindi con preoccupazione – si legge nella lettera – il tentativo dell’onorevole Ciccioli, e di parte della Commissione Affari sociali della Camera, di anticipare una discussione che dovrebbe avvenire all’interno della Commissione parlamentare, in un convegno dal titolo ‘Finalmente al voto in Parlamento la riforma dell’assistenza psichiatrica. Andare oltre la 180 nella direzione dei pazienti e delle loro famiglie'”. Per l’Unasam, infatti, il convegno che si terrà a Roma il prossimo 9 giugno “ha tutto il sapore di una risposta politica” alla manifestazione dell’Unione delle famiglie. Viene inoltre lamentato il fatto che a “relazionare” siano stati chiamati “non meglio precisati rappresentanti delle Associazioni di familiari dei malati psichici e del volontariato per la Salute mentale”.
Nello stesso tempo, l’Unasam rende noto di aver chiesto, da tempo, un’audizione alla Commissione parlamentare, ma “anziché doverosamente chiamarci per sentire il nostro punto di vista, fanno operazioni di propaganda politica. Evidentemente – prosegue la lettera – la Commissione non è interessata ad ascoltare la voce dei familiari perché ha già deciso in che direzione andare!” Lo scorso 27 maggio – ricorda ancora la lettera – l’Unasam ha tenuto una manifestazione nazionale che ha visto la presenza di 550 delegati provenienti dalle varie regioni italiane in rappresentanza delle oltre 160 associazioni dei familiari aderenti alla federazione, a cui si è aggiunto un cospicuo numero di operatori e direttori di dipartimenti di Salute mentale, oltre alla Cgil e a una serie di associazioni, coordinamenti e fondazioni sparsi sul territorio nazionale. E già in quella sede, le famiglie avevano espresso una forte presa di distanza rispetto al testo della legge in discussione in Parlamento.
In riferimento al convegno del 9 giugno,l’Unasam scrive ancora: “Noi stigmatizziamo fortemente tale iniziativa e invitiamo il presidente della Commissione Affari sociali della Camera a prendere le distanze da tale vergognosa operazione e convocarci quanto prima per essere auditi. Invitiamo anche il ministro Fazio – si legge ancora – a prendere le distanze da questa operazione non cristallina e ad aprire un tavolo di confronto ministeriale sulle questioni della Salute mentale, ripristinando con urgenza la Commissione ministeriale Salute mentale, come fortemente richiesto nella nostra manifestazione. Chiediamo inoltre che il ministro Fazio solleciti le regioni al rispetto delle Linee guida nazionali sulla Salute mentale e sul Tso approvati dalla Conferenza delle Regioni. Chiediamo a tutti i componenti della Commissione Affari Sociali della Camera di vigilare affinché tutti possano essere auditi. Chiediamo al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una forte vigilanza affinché in Parlamento non ci siano colpi di mano su una questione di estrema importanza che attiene ai diritti e alle libertà individuali. Noi non lo permetteremo!”. (ap)
(da Superabile.it)