di Domenico Ferrara
Paura dei ragni, del buio, del mare. Chi non vorrebbe superarle in un attimo invece di essere costretto a conviverci? E a chi non piacerebbe dimenticare una delusione amorosa o un incidente traumatico? Ebbene, con tutte le cautele del caso, pare che in futuro per vincere le fobìe o rimuovere i brutti ricordi basterà prendere una pillola. I ricercatori della scuola di medicina dell’Università di Porto Rico hanno infatti scoperto un sistema per indurre farmacologicamente falsi ricordi di sicurezza nel cervello dei ratti.
Per ottenere il risultato, gli scienziati hanno generato e riproposto un ricordo doloroso nei topi, inducendoli a temere un determinato suono accompagnato a una scossa elettrica a una zampa. Ogni volta che il dolore si ripresentava, gli animali si spaventavano. A questo punto, i ricercatori hanno somministrato nella corteccia prefrontale degli animali una proteina, nota come Bdnf (ovvero, fattore neurotrofico di derivazione cerebrale), già naturalmente prodotta dal cervello e associata alla memoria e alla capacità di apprendimento. La sostanza sembrava indurre una sorta di «memoria di sicurezza» che faceva sì che i topi «riaggiornassero» l’associazione dolorosa legata a quel ricordo, che veniva così cancellato, seppur non completamente. Inoltre, i ratti hanno reagito allo stimolo come se questo non rappresentasse più un pericolo. «La scoperta sorprendente è che il farmaco ha sostituito il training per ottenere questo scopo – ha spiegato il direttore dello studio, Gregory Quirk del Dipartimento di psichiatria – e ciò suggerisce che abbia indotto un ricordo ad hoc nella mente degli animali». In sostanza, la proteina Bdnf produce e sostituisce da sola la tecnica psicologica denominata Extincion Training, secondo cui i malati vengono ripetutamente sottoposti alla fonte delle loro paure per aiutarli a superarle. Potrebbero essere sviluppati dei farmaci per aumentare il livello di Bdnf nel cervello – ha spiegato a The Independent Thomas Insel, direttore del National Institute of Mental Health americano, che ha finanziato la ricerca – offrendo la possibilità di un trattamento farmacologico di problemi come il disturbo post traumatico da stress e l’ansia».
Tuttavia, sulla possibilità di un utilizzo del farmaco negli esseri umani è bene andare cauti. E a predicare prudenza sono gli stessi scienziati. Sia perché sarà necessaria una conferma dei risultati ottenuti sia perché dallo studio è emerso che il brutto ricordo non svanisce del tutto. Insomma, l’ipotesi di una pillola anti-paura sembra prematura, così come gli effetti di un’iniezione nel cervello sono ancora da verificare. Tuttavia, se i successivi esperimenti si dimostreranno efficaci si tratterebbe di una scoperta che, secondo gli scienziati, potrebbe curare anche i soldati di ritorno da zone di guerra, affetti dal cosiddetto Ptsd (Post Traumatic Stess Disorder). E perché no, magari anche chi ha fretta di rimuovere le proprie pene d’amore.
(da Il Giornale.it)
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