Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia
Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei servizi
di Peppe Dell’Acqua
Feltrinelli Editore
“Sconcerto. Incredulità. Smarrimento. Dolore. Rabbia. Pudore. Senso di colpa. Vergogna. Sono le “normali” emozioni provate quando ci si accorge che all’improvviso, un nostro caro “non è più quello di sempre”, “non sta bene”, “qualcosa con lui o lei non va”. Quando si scopre che ciò che non va non è una caviglia storta in malo modo o un’appendicite, bensì un qualcosa che non si sa bene dove sta. Nel cervello? Nell’anima? Nel sangue? E che cos’è quel qualcosa? Ha cause precise? Lo ha voluto il destino? O è forse una qualche oscura “punizione”? Lo si poteva evitare? Abbiamo sbagliato qualcosa? Perché proprio a noi? Insomma, che cosa succede? Ma soprattutto, che fare adesso? Dove andare? Fidarsi di chi? È il caso di dirlo, c’è da uscirne pazzi. Occorrono risposte. Risposte sul da farsi per capire, ma soprattutto aiutare. E aiutarsi. Può essere una strada lunga, tortuosa, a volte sfibrante, disperata. Ma con una buona guida alla mano, diventa più facile. Una guida concreta, pratica, comprensibile a chiunque, come vorrebbe essere il presente manuale. Ad accompagnare le famiglie in un percorso mai scontato, il cui scopo è curare, guarire. Da oltre 30 anni, in Italia e in molti altri luoghi del mondo, chi si occupa di salute mentale sa che lo scopo è questo. Sa che la famiglia gioca un ruolo determinante. E assieme alla famiglia, la comunità, le relazioni che sono alla base di entrambe. Scoprire o riscoprire i lati migliori di queste relazioni, fare in modo che siano delle buone relazioni, è un aspetto della cura da cui non si può prescindere. Come farlo, nelle ruvidità e asperità del quotidiano vivere e convivere con un disturbo mentale, con la schizofrenia, è ciò che si può apprendere da queste pagine. È ciò che già molti familiari hanno appreso, molti con successo toccando con mano i benefici della speranza ritrovata, e non di rado con il sorriso di chi assiste a un cambiamento in cui aveva smesso di investire. Alcuni, infine, con lo stupore di chi ritrova quel figlio, quella sorella, quel genitore “di sempre”, che aveva temuto di perdere per sempre”