Una breve riflessione sull’incontro di ieri lunedì 13 gennaio (prima Agorà del 2025) nel quale si è registrata una buona partecipazione e si sono accennati molti temi. Per non disperdersi e frammentarsi metterei al centro dell’azione il metodo dell’unitarietà e il tema dei diritti come base della 180 bene comune.
La mia analisi è quella che la 180 intesa prima di tutto come diritto ad accertamenti e trattamenti volontari, resta centrale. Poi vi sono tutti gli altri diritti individuali e sociali.
Non sono affatto scongiurati i rischi di approvazione di leggi che la cambino come la 1179 Zaffini.
Considerata la situazione economica (il governo non pensa certo al 5%…e su questo dà la responsabilità al passato) e le priorità negli investimenti non credo siano in condizione di realizzare una grande costosa controriforma ma di mettere le basi culturali e tecniche per una neoistituzionalizzazione, privatizzazione dell’erogatore e depauperamento abbandono del territorio.
Sul pdl Zaffini in particolare in merito all’aumento dei posti psichiatrici in carcere e la possibilità dei TSO il Collegio dei direttori di DSM (Ducci vicepresidente lo ha detto nell’audizione al senato) si è espresso in modo sostanzialmente favorevole, pur essendovi molti contrari e perplessi. Su questo con Gian Maria Galeazzi, universitario di Modena-Reggio e direttore DSM di Reggio è stata fatta una lettera a Quotidiano Sanità.
Preoccupa la parte normativa della Zaffini che cambia i requisiti per Aso e Tso e amplia la posizione di garanzia (anziché abolirla) per la sicurezza di familiari e operatori.
Questo, unito all’iniziativa di Cendon sull’Amministrazione di Sostegno amplia la questione della coercizione “benevola” e comprime, seppure dicendo il contrario, i diritti delle persone.
Una via per trattamenti obbligatori protratti come già esprimono alcuni Giudici Tutelari…
Questo si lega alle posizioni sulla “contenzione ben fatta”, “i patti di rifioritura”, la riproposizione dell’ESK…. E’ la psichiatria “tecnica” che si schiera con il potere e fa propria l’obbedienza giudiziaria. Su questo anche con gli utenti e familiari dovremmo schierarci.
Sono le norme sui diritti quelle che più temo possano essere approvate. Lo stesso sulle Rems dove l’idea è di creare 4 livelli (non ben precisati) di Rems di cui uno di tipo nazionale sul modello di Calice al Cornoviglio con polizia penitenziaria e di fatto gestito dal DAP. Di queste REMS ne vorrebbero fare 4 per macroregioni. Gli altri livelli dovrebbero essere una mera ridenominazione di quanto già esiste (Rems regionali, residenze ordinarie e alloggi, territorio).
In questo ambito si inserisce la proposta di abolire la seminfermità. Tutto questo va contrastato con altre politiche sulla detenzione….
Se teniamo conto delle altre norme in fase di approvazione, autonomia differenziata e premierato, decreto “sicurezza”, la compressione dei diritti e una visione più autoritaria rischiano di affermarsi. Non solo ma il clima culturale e politico internazionale negli Usa ma anche in Germania può favorire questi processi. Tutti i temi emersi ieri sera sono rilevanti ma proverei a leggerli con la chiave dei diritti per mantenere la 180 bene comune.
Di seguito i link di lettere e articoli
https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=126641&fr=n
https://www.quotidianosanita.it/m/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=126847