#180benecomune – l’arte di restare umani, è una campagna che si è costruita non tanto per resistere o denunciare ma per rimettere in gioco parole, pratiche e visioni che hanno continuato a sostenere, malgrado tutto, quel profondo cambiamento, che ora, nell’indifferenza ostile generale, finisce per essere dimenticato, malconosciuto e infine negato.

Alla fine degli anni ‘60, nella fattoria di Vigheffio, in provincia di Parma, assessore Mario Tammasini, i matti di Colorno ritornavano contadini e avviavano inconsapevoli una storia che doveva essere ricca di tanti successi e dolorose cadute.

Il 27 giugno nella stessa storica fattoria abbiamo presentato alla stampa la campagna. Vigheffio è il luogo dove tutto è cominciato, dove parole nuove ed emozioni dimenticate hanno avviato un’inarrestabile e tumultuoso cambiamento. 

Abbiamo bisogno che la nostra piazza risuoni di quelle parole, riviva quelle emozioni.

Su queste pagine trovi tutte le notizie relative alla difficile impresa. Siamo decisi a far fronte alla scomparsa delle migliori parole e al declino delle più ricche esperienze che sono accadute un pó dappertutto in quegli anni così difficili e tanto ma tanto ricchi. Siamo decisi a far tornare nel parlare comune il significato profondo e mai perduto di quelle esperienze, di quegli impensabili capovolgimenti.

#180benecomune è un invito a riflettere, a riprendere il confronto su quanto è accaduto e continua ad accadere. Non solo la chiusura dei manicomi e degli ospedali psichiatrici giudiziari e della restituzione del diritto agli internati, ai malati di mente, ai matti invisibili e senza parola, ma anche ritornare a pensare insieme, sognare insieme, incontrarsi.

Pensando a quegli anni vogliamo affermare che le tante cose accadute allora costituiscono il nostro presente e ci parlano di futuro: l’inclusione scolastica, la chiusura degli istituti per bambini e adolescenti poveri, difficili, in contesti relazionali drammatici, la scoperta degli infiniti luoghi di reclusione delle persone che invecchiano, e ancora i luoghi del lavoro, la scuola. La parola disuguaglianza, malgrado quanto continua ad accadere, è diventata una chiave di lettura per la conoscenza di quello che accade.

Sono nate nuove figure professionali e opportunità per i ragazzi e le ragazze di esplorare nuovi lavori accanto ai loro coetanei che fanno fatica a stare con gli altri per un impaccio fisico o perché impediti da diversità nell’apprendere, nel comunicare, nel condividere le loro emozioni e le loro passioni.

Abbiamo pensato e continuiamo a pensare che era opportuno e certamente possibile “liberarsi dalla necessità del carcere” e poi dell’Ospedale psichiatrico giudiziario.

Mai come in questo momento l’assetto politico e istituzionale sembra costringerci a una radicale smemoratezza.

Pensiamo che, se cambiamento potrà esserci, e può esserci, dobbiamo assumerci il compito non solo di denunciare la carenza e la miseria delle organizzazioni e la drammatica mancanza di risorse. Il servizio sanitario nazionale e le organizzazioni della salute mentale sono arrivate drammaticamente a un punto di non ritorno. Sentiamo la necessità di far risuonare le nostre voci, le voci delle tante associazioni, dei cittadini che si impegnano, malgrado tutto, a tessere reti e relazioni preziosissime: ritrovare la dimensione etica, battersi per luoghi accoglienti, addestrarsi all’incontro.

Ovunque la consapevolezza dell’umano ritorna a essere la stella polare.

Forum Salute Mentale 
ottobre 2024