Prima di parlare di fumetto e di tutto l’universo che lo collega al mondo della salute mentale si dovrebbe parlare del rapporto dell’arte disegnata con la follia, con il disturbo mentale, perché a livello iconico molte delle narrazioni che troviamo nel fumetto sono spesso mediate da come i grandi pittori hanno provato a dare una forma al racconto di questo disagio.
Non voglio fare un trattato ma provo solo a ricordare alcuni autori: Hieronymus Bos Pieter Huys Peter Bruegel il Vecchio, Francisco Goya, Gustave Courbet, Telemaco Signorini, Giacomo Balla, Magritte, Dalì…. Gli stessi Andrea Laprovitera e Armando Miron Polacco hanno citato in
“Basaglia, il dottore dei matti” l’Urlo di Munch con il suo significato preciso legato al malessere, all’angoscia esistenziale nel mondo moderno.
Il rapporto del mondo del fumetto con la follia non ha una precisa datazione, anche perché se il fumetto presenta da subito caratteristiche narrative tali per dare dinamicità ed enfasi alla storia non sperimentate precedentemente, la complessità del tema (aldilà d’interpretazioni grottesche e finalizzate alla risata grezza, volgare) non è di facile interpretazione.
Ma se invece proviamo ad allargare il concetto alle forme di espressione della diversità, compreso il mondo del sogno, eccoci in uno dei capolavori del fumetto quale Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay.
Ispirandosi all’Art nouveau, le tavole dell’artista americano parlano di onirismo, di magia, di sogni, ma, se vogliamo, sono precursori di generi come la fantascienza, il surrealismo e il fumetto d’introspezione psicologica che tanto avrebbe avuto da dire negli anni a venire.
Ma Little Nemo parla soprattutto d’infanzia senza necessariamente rivolgersi ai soli bimbi, del rapporto tra realtà e sogno, sogno che viene visto dal piccolo Nemo come un rifugio personale sicuro, affascinante e allo stesso tempo inquietante.
«Siamo sicuri che, in fin dei conti, non abbia detto di più su questo sciocco secolo, il ‘900, McCay con Little Nemo in Slumberland che FreudSigmund Freud con l’interpretazione dei sogni.”
(Oreste Del Buono).
Oltre al talento visivo c’è la profondità dell’aspetto narrativo delle storie narrate insieme alle infinite invenzioni surreali e oniriche che fanno accomunare questo fumetto all’opera Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll.
In tempi recenti un autore contemporaneo come Vittorio Giardino omaggia la creatura di McCay attraverso il fumetto erotico di Little Ego, che appare per la prima volta sul numero 12 della rivista Glamour International Magazine.
Little Ego è una ragazza sensuale e inibita che vive nei suoi sogni complicate e surreali fantasie erotiche che, come in Little Nemo, le lasciano al risveglio, numerosi dubbi sui significati e su come raccontarli.
Ma veniamo a fumetto e psichiatria e fumetto e psicologia

Psychiatric help 5centcs! chi non si ricorda quelle splendide vignette in cui Lucy si mette a disposizione del variegato mondo dei Peanuts, in quella che è una semplicista metafora della relazione di aiuto propria della figura del terapeuta.
Questi bambini che non crescono mai eppure testimoni autorevoli della società, passano la lore esistenza di carta inoltrandosi nei diversi campi dell’esistenza tra letteratura, filosofia, il femminismo, la religione, la politica e, attraverso una delle figure più carismatiche “Lucy”, in modo sicuramente originale e controverso: la psichiatria.

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