Parresia
Dire la verità 

Vi aspettiamo alla VIII Assemblea 
lunedì 28 novembre, ore 18.30 
Sulla piattaforma Zoom 

Iscriviti in anticipo:

https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZMucOyhqzIuG9H56P3tM9picQnOHjrgddc5

Dopo l’iscrizione, riceverai un’email di conferma con le informazioni necessarie per entrare nella riunione.

 

Care amiche, cari amici 
siamo arrivati all’assemblea numero 8. 

E’ passato un anno dalla scommessa del primo incontro. Siamo stati capaci di rappresentare argomenti e snodi cruciali. Oggi disponiamo di un indirizzario molto ampio. E le presenze sono state sempre inaspettatamente numerose. Anche le pagine del sito sono alimentate con buona frequenza e registriamo mediamente più di mille contatti al giorno. Diventa così sempre più urgente immaginare quale azione politica deve guidare il nostro agire. Quanto accade di recente, non solo il 25 settembre, ma anche la perdurante condizione di confusione delle politiche regionali di salute mentale e la mancanza totale di qualsiasi cenno sulla questione, sia dei governi precedenti che di quelli attuali, non può non costringerci a uscire allo scoperto. Cercare alleanze, trovare convergenze, organizzare la resistenza è quanto riteniamo di dover discutere nell’assemblea numero 8. E promuovere e valorizzare le tante buone pratiche che ovunque faticosamente riescono a sopravvivere 

Gli editoriali pubblicati, a firma di Franco Rotelli e di Pietro Pellegrini, assumiamo come traccia. I testi andrebbero letti per poi essere discussi da tutti noi in vista dell’Assemblea. Sulla stessa lunghezza d’onda una lettura di Silva Bon che aprirà l’incontro. 

Non possiamo più aspettare, occorre franchezza! 

Anche Marco Cavallo parteciperà all’Assemblea. Ha insistito molto perché parlassimo ai tanti giovani che lui incontra nel suo infinito camminare. Sono quasi cinquant’anni che va in giro e di cose ne ha viste, di storie ne ha ascoltate, di persone belle e generose ne ha conosciute tante. Ha condiviso con loro l’attesa del cambiamento, la sorpresa per le impensabili scoperte, la commozione delle storie ritrovate. Nessuno sembra più capace di dire con franchezza i quotidiani crimini di pace e le violenze che continuano, gratuite, ad accadere.

Continua a incontrare persone, soprattutto giovani, che raccontano delle difficoltà quotidiane, di chiusure, di assenze, di vuoti, di solitudini. Gli dicono di rinnovate resistenze al cambiamento semplicemente urgente e quanto mai ovvio. Marco Cavallo nitrisce di indignazione quando sente di una psichiatria indifferente ai valori della vita e delle storie di uomini e donne, ridotta alle psicofarmacologie, distante dai luoghi, dalle voci, dalla vita delle persone. Già al primo giorno di lavoro “le nuove reclute” sono sconcertate dalla mancanza di una qualsiasi dimensione etica, quella tensione amorosa che Marco Cavallo sa essere stata l’incontenibile colpo alle mura di Gerico.

È da tempo che parliamo del grigiore delle psichiatrie che oggi tengono il campo. «Le mani alla gola degli schizofrenici», per dirla con David Cooper, continuano a soffocare emozioni, parole, passioni. Una scena, questa, che oggi si mostra quasi ovunque senza veli e senza vergogna alcuna. I giovani, più degli altri, rischiano di essere annientati (o di svanire) in questo scenario. I giovani che vivono l’esperienza della psicosi e i tanti giovani che si apprestano a fare questo mestiere. I primi rischiano la vita, i secondi, anche! Studenti di medicina, di psicologia, specializzandi, infermieri, tecnici, educatori quando scelgono di occuparsi dei “malati di mente” sono entusiasti, curiosi, disposti a mettersi in gioco. Sono generosi e desiderosi di cogliere il senso etico, politico e umano di questo lavoro. Hanno occhi che guardano e orecchie che ascoltano. 

Ma accade che al primo impatto con le accademie, con i centri di salute mentale vuoti e insensati, con il grigiore dei servizi ospedalieri di diagnosi e cura, siano tentati di fuggire. Restano solo a costo di perdere la luce dei loro sguardi, di diventare sordi e di accettare la condanna a pratiche indicibili e alla solitudine quotidiana. L’inferno che si presenta quotidianamente ai loro occhi diventerà invisibile. 

Peppe Dell’Acqua 

per Il Forum Salute Mentale