Gamian-Europe, che è la principale ONG impegnata nel campo della salute mentale e dei diritti umani assegna a Roberto Mezzina, direttore del Dipartimento di salute mentale di ASUITs, e del Centro Collaboratore OMS per la Ricerca e la Formazione in salute mentale di Trieste, il prestigioso premio “European Personality Award for the year”, dedicato a personalità che si distinguono nel campo della psichiatria. Mezzina è il primo italiano insignito del premio, istituito nel 2005 e assegnato in passato a direttori dell’OMS, della World Psychiatric Association e a politici europei.
«Il riconoscimento va all’intera esperienza di Trieste, e non solo dal punto di vista storico – ha commentato Mezzina – in quanto oggi Trieste è più che mai punto di riferimento internazionale della salute mentale di comunità, con un sistema a porte aperte fondato sulla centralità della persona. I servizi attuali sono considerati un modello a livello mondiale dall’ OMS per il rispetto dei diritti umani, e la realizzazione della piena cittadinanza delle persone con disabilità psicosociali. Per realizzare questo impiega un approccio globale alla vita e ai bisogni di salute, operando sui determinanti sociali e sull’inclusione. E’ un servizio fondato sui valori e sull’etica oltre che sulle buone pratiche e le evidenze scientifiche».
Nelle motivazioni del riconoscimento si ricorda la capacità di Mezzina di continuare l’opera di progresso e di cambiamento iniziata da Franco Basaglia a Trieste “sviluppando una rete di servizi con alti standard, che assicura ai pazienti una vita in piena libertà“. La motivazione cita anche uguaglianza, solidarietà e fraternità. Il premio sarà consegnato il prossimo 22 settembre a Budapest.
Il Dipartimento di Salute Mentale di ASUITs è da anni impegnato sul tema del miglioramento della qualità delle cure delle persone con problemi di salute mentale nelle istituzioni, nell’ottica della realizzazione di diritti civili e di cittadinanza. Attraverso la chiusura dei manicomi e il contestuale sviluppo di servizi territoriali – processo che ha favorito in vari paesi del mondo, dai Balcani all’America Latina, dalla Palestina all’Australia – ha inteso agire sulla qualità della vita, attraverso la personalizzazione delle cure e il coinvolgimento delle famiglie e del contesto sociale. Ciò non solo per migliorare trattamenti e terapie, ma anche per realizzare percorsi unici di integrazione sociale e proteggere dall’abuso e dalla discriminazione.
Roberto Mezzina, psichiatra, è Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste stabilmente dal 2014. Ha contribuito dal 1978 a tutt’oggi all’esperienza di Trieste, iniziata da Franco Basaglia, con la deistituzionalizzazione dell’Ospedale Psichiatrico e lo sviluppo della rete dei servizi territoriali. Dagli anni ‘90 è stato responsabile del Centro di Salute Mentale di Barcola, e dal 2009 è Direttore del Centro Collaboratore dell’OMS per la Ricerca e la Formazione di Trieste. Nel 2000 ha contribuito a fondare la rete delle esperienze di eccellenza International Mental Health Collaborating Network.
L’ambito della sua esperienza professionale e della sua produzione scientifica include la deistituzionalizzazione, l’organizzazione dei servizi di salute mentale comunitari, l’intervento di crisi, l’approccio integrato alla terapia della psicosi, la “community care”, la riabilitazione, il coinvolgimento dell’utenza ed il self-help, la ricerca e l’epidemiologia, l’epistemologia, il MCQ, l’approccio critico alla psichiatria forense. Nel corso di questi anni ha contribuito in modo sostanziale alla progettazione ed all’implementazione di programmi innovativi del DSM di Trieste, poi diffusi a livello nazionale ed internazionale, da quelli riguardanti il coinvolgimento dell’utenza nei servizi e il peer support, a quelli di formazione socioculturale dell’utenza, ai programmi per i familiari, ai programmi di intervento di crisi, ai programmi di rete sull’esordio psicotico, ad approcci di cura narrativi basati sulla produzione di senso, a programmi residenziali radicalmente innovativi come la “recovery house” e la REMS a porte aperte. Ha sviluppato il modello del CSM a 24 ore come modello integrato di servizio e radicale alternativa al modello riduzionista biologico di trattamento delle malattia, ed il CSM da lui diretto rappresenta oggi un modello di servizio territoriale costantemente visitato da operatori, amministratori e politici italiani e stranieri, ed ha raggiunto importanti risultati negli ultimi anni sulla riduzione dei TSO.
Svolge da molti anni attività didattica e scientifica presso servizi di salute mentale, università ed importanti istituzioni scientifiche nazionali ed internazionali, in Italia, in Europa, in America, in Asia, in Australia e Oceania. Si interessa alla ricerca teorica, epidemiologica e qualitativa, ed ha condotto studi in ambito nazionale ed internazionale come leader ed in collaborazione con studiosi e istituti di primo livello. E’ autore di oltre 200 pubblicazioni nazionali e internazionali.