“Trovandosi accanto a un uomo ristretto sul letto di contenzione, non si può non sentire il sentimento di disperazione finale che avverte chi è costretto a questa prepotenza. Sentimenti di rabbia, di dolore, d’impotenza, d’incapacità, di ribellione, d’inutilità, di fallimento che oggi le persone, con l’esperienza della contenzione, a fatica riescono a riferire. È talmente profonda la ferita di chi esce vivo da quest’esperienza che il racconto è quasi più doloroso dell’esperienza stessa. Come la fatica e gli inenarrabili turbamenti che hanno dovuto vivere i sopravvissuti dei lager, quei pochi, che hanno voluto affrontare la pena del ricordo.”
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