di Peppe Dell’Acqua
L’urgenza del cambiamento che Basaglia avvertiva drammaticamente e la sua forza di credere nell’utopia della realtà è ciò che continua a sorprenderci. La possibilità di alimentare utopie, desideri, sogni sembra che oggi ci sia data solo a patto che se ne rimandi la realizzazione in un altrove o in angusti spazi privati. Oggi sembra prevalere l’ingombro del dato immutabile: intoccabili gli assetti istituzionali, evidenti i limiti delle risorse, certe e concrete le spiegazioni della malattia, indiscutibile il bisogno di sicurezza e di controllo, pericolosa e minacciosa la presenza di gruppi e soggetti diversi. Insomma, l’ineluttabilità e l’immutabilità del dato. Di una verità che dobbiamo accettare così com’è, di cui non possiamo sospettare l’incertezza e che non può essere cambiata.
Basaglia, con la sua ostinata testimonianza, ha reso evidente che l’utopia può stare nel nostro quotidiano, può diventare realtà.
Forse è il lascito più straordinario che continua a sostenere il nostro lavoro, a contagiare i giovani, a innervare le esperienze innovative.
(Tutti quelli che vorranno possono scrivere per pubblicare riflessioni, analisi, proposte al sito del forum salute mentale.)
[Mi propongo con questi interventi minimi, che chiamo ‘cantiere salute mentale’, di tentare di ri-attivare interesse all’interno di tutta quella comunità di persone che siamo e che in un modo o nell’altro si muovono intorno alla ‘questione psichiatrica’, nel contrasto alle persistenti istituzioni totali (e sempre rinascenti), per ampliare margini di libertà e diritti, per promuovere emancipazione e possibilità.]