La situazione fiorentina mi sembra che non sia più un problema comunale, nè un problema regionale, ma e’ diventato un problema nazionale.
I dottori ci educano con le regole, il che andrebbe anche bene, se occorre. Ma il problema e’ che queste regole vengono imposte dall’equipe, senza fare nessun riferimento ai diritti del malato.
Non esiste nessuna informazione riguardo ai nostri diritti costituzionali, che voi conoscete senz’altro meglio di me.
Possono abusare di qualsiasi regola, parola, metodo, addirittura possono inventare e imporre leggi, che non esistono, ( ad esempio non ci permettono la libera scelta del dottore ).
Questo significa che non c’è rispetto nei confronti della persona che sta davanti. Ma loro giocano con delle vite umane, e in questo modo disprezzano la dignità della persona.
Per curarci a volte si sentono superiori e non vogliono nessuna lamentela, facendo cosi’ ci levano uno dei nostri diritti fondantali per qualsiasi cittadino: ovvero ci trattano come incapaci d’intendere e di volere.
Invece noi siamo uguali al resto dell’umanità.
Inoltre non vogliono scendere a patti con nessuno.
Io proporrei di aprire nei Csm riunioni tra equipe e persone in cura, dove i dottori non s’impongano, ma ascoltino le nostre vere necessita’, facendo di tutto per venirci incontro.
Franco Basaglia faceva così ed aveva ottenuto degli ottimi risultati, valorizzando persone considerate all’epoca anormali .
Basaglia diceva dove sta il vero confine tra normalità e anormalità?
Se si analizza da vicino la vita di un uomo che conduce una vita normale con lavoro, moglie e figli, da tutti rispettato e considerato persona onesta, questa persona può benissimo tornare a casa e picchiare la moglie senza che nessuno lo venga a sapere. E se anche lo venissero a sapere le persone, potrebbero fregarsene .
Se la stessa cosa, la compie una persona in cura, quindi da molti considerata “anormale “, il ricovero è assicurato.
In una società così impostata è tutto all’incontrario, le persone più fragili soccombono, mentre quelle che hanno un ruolo professionale sono praticamente inattaccabili.
In questo messaggio vorrei ringraziare Peppe Dell’ Acqua e Daniele Piccione.
Caro Daniele ritengo che nel tuo libro intitolato Il pensiero lungo tu abbia veramente centrato e approfondito in maniera seria, quello che io ho appena accennato.
Per quanto riguarda Peppe Dell’Acqua, basta soltanto dire che e’ la testimonianza vivente della collaborazione con Franco Basaglia .
Per questo motivo vorrei incontrarvi se e’ possibile, anche a Firenze, per proporre in ogni Csm la presenza obbligatoria di un ufficio sui diritti del malato .
Luca Mori
21/07/2016, Csm Firenze